2020… Rivoluzione nel mercato legale

Si chiude quello che verrà ricordato come l’anno peggiore dal Dopoguerra a oggi.

Si chiude quello che verrà ricordato come l’anno peggiore dal Dopoguerra a oggi.

E il dubbio (che è una “quasi certezza”) è che il peggio non sia passato. I veri effetti della crisi economica cominceranno infatti a dispiegarsi nella loro totalità nel 2021.

Lo affermano gli operatori del mondo imprenditoriale e finanziario e lo confermano gli stessi avvocati d’affari, che fino a novembre in realtà non hanno notato un calo di lavoro. Ma ora sì, e in modo rilevante.

Come Le Fonti Legal abbiamo scattato la nostra consueta fotografia sull’anno che si sta per chiudere. E ciò che si può osservare con chiarezza in questo momento, a nove mesi dall’inizio della pandemia, è il comprensibile calo del peso dell’m&a sugli equilibri del mercato legale (interessante, però, la recente acquisizione di Stone Island da parte di Moncler).

In crescita finance (i finanziamenti bancari la faranno da padrone ancora per molto, le cartolarizzazioni di npl’s proseguono anche se probabilmente sono state avviate in epoca pre-Covid) e capital markets, lato debt, con le emissioni obbligazionarie che non hanno subito per il momento cali.

A beneficiarne, le law firm specializzate e legate al mondo bancario, ovvero le anglosassoni del “magic circle” Clifford Chance e Allen & Overy, che aprono il ranking Le Fonti 2020 relativo agli studi che hanno fatto i maggiori affari dell’anno. Chiude il podio Chiomenti, a distanza così come BonelliErede e Gianni & Origoni, gli ex “dominatori” del mercato. E qui si apre un capitolo decisivo: quale sarà la struttura di studio legale del futuro? Abbiamo chiuso il 2019 interrogandoci sull’efficacia del “modello BonelliErede”, con la maxi acquisizione di buona parte di Lombardi Segni e il nuovo ruolo sul mercato di “multinazionale” dei servizi legali. Ebbene, la risposta è che sicuramente non si è verificato un accentramento del business nelle mani dello studio guidato da Stefano Simontacchi.

Anzi, a quanto sembra, gli affari sono sempre più appannaggio degli studi specializzati, a svantaggio dei “soliti noti”: l’uscita di Roberto Cappelli da Gianni & Origoni ne è un esempio lampante. La scelta di Cappelli è stata approdare in uno dei maggiori studi focalizzati in ambito bancario, Rccd, che ha inserito Cappelli nell’insegna a conferma della strategicità di questa operazione, che avvicina di molto l’insegna al “gotha” legale. La sensazione, in ottica 2021, è che chiaramente faticheranno di più gli studi boutique specializzati nei settori maggiormente colpiti dalla crisi (m&a e private equity su tutti), e magari verranno inglobati.

Mentre di certo crescerà il lavoro per quelli focalizzati su contenzioso, labour, restructuring, i cosiddetti settori “anticiclici”. Ma in generale, il modello che si sta affermando è lo studio “multiservice” con strutture snelle e una forte specializzazione in determinate aree strategiche.

Forse proprio quegli studi di medio livello che giusto un anno fa sembravano destinati a soffrire di più in ottica 2020. Ma nel 2020, si sa, il mondo si è capovolto.

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