Nel 2020 sono stati numerosi gli interventi governativi in materia di appalti, con il Cura Italia prima e il Decreto semplificazione poi, il 2021 sarà l’anno del consolidamento delle nuove disposizioni e dei rapporti tra Pa e aziende. Ne è convinto Massimiliano Brugnoletti fondatore di Brugnoletti & Associati, che fa il punto sullo status e sulle prospettive del settore.
Quali sono le principali novità normative e criticità emerse nel 2020 relativamente agli appalti pubblici?
La gravissima situazione emergenziale che stiamo vivendo ha sin dall’inizio investito il settore in cui opera il mio studio, gli appalti pubblici. I tanti decreti emanati nel 2020 hanno affrontato anche il tema degli appalti, sin dall’inizio uno dei pochi settori dell’economia che ha “retto”, nell’ambito di una crisi sempre più preoccupante. Già il “Cura Italia” (D.L. 18/2020) ha previsto importanti disposizioni sia nel versante degli acquisti pubblici (garantendo una maggiore flessibilità nell’individuazione dell’appaltatore e nell’acquisto di beni e servizi), sia in quello dell’esecuzione (escludendo addirittura la responsabilità dell’appaltatore in caso di inadempimento causato dal contenimento dell’epidemia). Il Governo è poi intervenuto con l’atteso “decreto semplificazioni” (D.L. 76/2020), con cui è stata introdotta una normativa speciale “a tempo” fino al 31 dicembre 2021. Il decreto ha previsto alcune importanti deroghe al codice degli appalti, arrivando a triplicare (nei lavori) ed a raddoppiare (nei servizi e nelle forniture) il limite degli acquisti diretti e prevedendo affidamenti sopra le soglie europee sganciati dalle regole sulla concorrenza dettate dalle direttive europee e dal codice degli appalti. Ma il decreto semplificazione va menzionato per essere intervenuto, “rivoluzionandola”, sulla responsabilità contabile, da tutti ritenuta la vera fonte della viscosità dei procedimenti amministrativi: il decreto, sempre fino a tutto il 2021, esonera i dipendenti pubblici dalla responsabilità contabile derivante da errore, sanzionando invece l’inerzia; introducendo in concreto la regola “non è responsabile chi sbaglia, ma chi non agisce”.
Quali saranno a suo avviso le prossime evoluzioni in ottica 2021 rispetto al settore degli appalti pubblici?
Negli appalti pubblici avremo un 2021 che erediterà le regole dell’anno appena finito: fino al 31 dicembre vigeranno le regole del decreto semplificazioni; non mi aspetto ulteriori interventi significativi in tema di appalti pubblici.
Nel 2021 vi sarà a mio avviso il consolidamento del nuovo rapporto tra Pubblica Amministrazione ed imprese: la situazione emergenziale e la normativa d’urgenza ha avvicinato le parti, “rotto” il muro di incomunicabilità: Stazioni appaltanti ed imprese hanno “scoperto” di essere alleate, pur da versanti diversi, nell’assicurare servizi e benessere ai cittadini. La crisi ha finalmente spostato l’attenzione sulla sostanza, sull’effettività delle azioni. Questo nuovo paradigma di rapporti credo sarà l’eredità che, nel mio settore, lascerà la grave crisi che stiamo vivendo.