Pianificazione e controllo, antidoti alla crisi

Le recenti novità introdotte dal Codice della crisi e dell’insolvenza dimostrano quanto oggi, più che mai, l’adozione di un modello organizzativo adeguato all’azienda stessa sia indispensabile tanto per una buona gestione dell’impresa in bonis, quanto per rilevare in modo tempestivo una crisi

Le recenti novità introdotte dal Codice della crisi e dell’insolvenza dimostrano quanto oggi, più che mai, l’adozione di un modello organizzativo adeguato all’azienda stessa sia indispensabile tanto per una buona gestione dell’impresa in bonis, quanto per rilevare in modo tempestivo una crisi. A spiegare tali novità è Emanuele Re, di Tax and Legal Network.

Quali sono le principali novità normative e criticità emerse nel 2020 relativamente al settore della crisi di impresa?
Le modifiche al Codice civile apportate dal nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza, hanno avuto un notevole impatto nel 2020. Mi riferisco, in particolare, al riformulato art. 2086 c.c. che ha introdotto l’obbligo per l’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi e della perdita della continuità aziendale. A dire il vero, si tratta di una disposizione entrata in vigore nel marzo 2019 ma che nel corso del 2020 ha registrato l’interesse di molte pmi che spesso sono caratterizzate da situazioni in cui la proprietà gestisce e controlla la società, non sussistendo né un sistema di contrapposizione dei poteri né uno di gestione del rischio.
Nella nostra esperienza professionale abbiamo notato che l’adozione di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili oltre a rappresentare un obbligo evitando le connesse responsabilità, costituisce una notevole opportunità per consentire all’imprenditore una visione integrata di tutti i processi gestionali. L’adeguamento alla norma presuppone l’istituzione di una struttura organizzativa di complessità proporzionata alle dimensioni e alle caratteristiche dell’impresa mediante la definizione di un insieme coordinato di strumenti, processi e procedure gestionali.
Il nostro Network, formato per la gran parte da dottori commercialisti oltre che da avvocati specializzati nel diritto commerciale, tributario e amministrativo, ha fornito un importante contributo in questo ambito professionale.

Quali saranno a suo avviso le prossime evoluzioni in ottica 2021 rispetto al restructuring?
A mio parere, il perdurare dell’emergenza sanitaria spingerà ancora di più i manager avveduti a ricercare una sana ed efficacie gestione aziendale e ciò non potrà che passare da un ottimale assetto organizzativo. La realizzazione di vere e proprie ristrutturazioni societarie, la configurazione della governance più idonea ma soprattutto la dotazione di strumenti di programmazione, pianificazione e controllo ormai imprescindibili per monitorare le performance aziendali. Ritengo che questi siano gli strumenti per consentire una gestione efficace dell’impresa, nell’integrale rispetto delle leggi, anche al fine di poter prevenire o quantomeno rilevare anticipatamente i sintomi di una eventuale crisi e per reagire tempestivamente ad essa. Il tutto con un occhio al mese di settembre 2021, quando entrerà in vigore a pieno regime il nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza.

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