Al fine di limitare le pesanti ricadute occupazionali causate dagli effetti dell’emergenza epidemiologica, il Governo, dal’inizio della pandemia, ha emanato una serie di decreti legge che hanno introdotto e poi prorogato al 31 marzo 2021 il blocco dei licenziamenti per le imprese per giustificato motivo oggettivo. Tale provvedimento, nei confronti del quale molti denunciano un fondato dubbio di costituzionalità, ha di fatto “ingessato” il mercato del lavoro con la conseguenza di aggravare la situazione già critica delle imprese e aumentare il divario tra datore e lavoratore. A sostenerlo sono Giuseppe Cundari e Marco Matano, dello Studio Legale Cundari.
Quali sono le principali novità normative e criticità emerse nel 2020 relativamente al diritto del lavoro?
Il settore giuslavoristico nell’anno 2020 è stata sicuramente segnato dai numerosi Dpcm emanati dal Governo per far fronte all’emergenza sanitaria. Tali interventi, pur essendo finalizzati a garantire assistenza e stabilità nei rapporti di lavoro soprattutto in relazione alla posizione dei lavoratori, hanno reso ancora più complessa la situazione normativa introducendo numerose deroghe alla disciplina ordinaria sia per quanto concerne i rapporti di lavoro a tempo determinato, con la possibilità di prorogare il termine di scadenza senza causale, sia per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, vietati fino al 31.03.2021 con la conseguente compressione della libertà d’impresa del datore di lavoro. Le misure richiamate saranno oggetto di probabili contenziosi anche alla luce dell’uso apparentemente improprio dello strumento del Dpcm.
Quali saranno a suo avviso le prossime evoluzioni in ottica 2021 rispetto al suo settore legale di competenza?
La inevitabile crisi economica causata dal Covid renderà ancora più critica la dicotomia tra lavoratore e datore di lavoro, ciascuno dei quali tenderà a tutelare la sua posizione a discapito dell’altro. Dopo la data del 31.03.2021, in particolare, è prevedibile un importante incremento dei licenziamenti che dovrà necessariamente essere affrontato con interventi normativi tesi a limitare l’impatto economico e sociale collegato alla perdita del posto di lavoro.