Dopo un 2020 che ha, di fatto, bloccato numerosi progetti in ambito energy, i prossimi anni saranno cruciali per investire in nuovi impianti per la generazione da fonti rinnovabili, così come nel trattamento dei rifiuti per il recupero di materia ed energia e nelle infrastrutture idriche. A sostenerlo è Alessandra Ferrari, general counsel di A2A, azienda che per il prossimo futuro punta sulle tematiche Esg e prevede una aumento del supporto legale alle attività di m&a.
Quali sono stati i maggiori impatti della crisi da Covid 19 nel settore energy?
La pandemia ha avuto conseguenze pesanti sul settore energy, come su molti altri, ma nell’ambito del settore le utilities sono state colpite in misura minore perché hanno dovuto continuare ad erogare i servizi pubblici essenziali alla popolazione. Alcuni dei maggiori impatti della crisi da Covid 19, soprattutto durante il primo lockdown, sono stati: calo delle vendite di energia elettrica conseguente al calo della domanda dovuto alla chiusura di alcune fabbriche; ritardo negli investimenti su alcuni impianti per l’impossibilità di accedere ai siti; diminuzione dell’attività commerciale relativa alla vendita di energia elettrica e gas legata alla chiusura degli sportelli al pubblico; diminuzione della quantità di rifiuti ed imballaggi da raccogliere e trattare dovuta alla chiusura dei locali pubblici e delle attività industriali.
Come è cambiata l’attività del dipartimento legale nell’ultimo anno?
Innanzitutto, sin dal primo lockdown relativo all’area di Codogno, il legale interno è stato parte integrante del crisis management team ed ha contribuito a disegnare la strategia di gestione delle varie tematiche legate alla pandemia. Inoltre, nel 2020 sono cambiate le modalità di lavoro per tutta la Direzione affari legali e compliance, perché a seguito del lockdown abbiamo iniziato a lavorare da casa e abbiamo continuato per tutto l’anno (salvo una breve parentesi in estate, in cui andavamo in ufficio all’incirca una volta alla settimana).
L’azienda ha reagito tempestivamente al lockdown: dopo pochi giorni tutti i dipendenti della Direzione affari legali e compliance erano dotati degli strumenti per lavorare da remoto. Ci siamo dovuti adattare a questa modalità diversa di svolgimento dell’attività, non solo lavorativa ma anche manageriale, che implica dare fiducia, delegare di più e verificare il raggiungimento di obiettivi invece del numero di ore passate in ufficio. Non abbiamo notato ripercussioni sulla produttività: la sfida più grande è stata (ed è tuttora) quella di mantenere alta la motivazione del team. Abbiamo anche cercato di sviluppare forme di networking virtuale, soprattutto per integrare le nuove risorse che hanno iniziato a lavorare con noi durante il lockdown.
Su quali operazioni siete stati maggiormente coinvolti?
Abbiamo dovuto gestire tutti gli aspetti legali connessi con la pandemia ed il conseguente lockdown, monitorando ed interpretando la cospicua produzione normativa del periodo emergenziale, che cambiava continuamente ed a volte non era del tutto coerente, fornendo supporto, tra gli altri: i) al business per individuare le attività che dovevano essere interrotte perché non potevano essere svolte da remoto e quelle che invece, costituendo servizi pubblici essenziali, dovevano continuare; ii) alla Direzione del personale, fornendo supporto per individuare gli obblighi del datore di lavoro e le misure di sicurezza per tutelare i lavoratori (lavoro da remoto, restrizioni alle trasferte, protocolli di salute e sicurezza) e iii) all’Ufficio acquisti per gestire le rivendicazioni dei fornitori nascenti dalla situazione emergenziale.
Tra le questioni più importanti non legate alla pandemia, abbiamo seguito alcune aggregazioni territoriali, ad esempio, quella con Ambiente Energia Brianza S.p.A., varie operazioni di m&a nei settori ambiente e rinnovabili, e qualche procedimento giudiziario particolarmente complesso.
Come ufficio legale, quali progetti avete in cantiere per il 2021?
In coerenza con il piano industriale di A2A, che per la prima volta è stato concepito in un’ottica decennale e mette al centro della strategia aziendale i temi Esg, ed in particolare la transizione energetica e l’economia circolare, prevediamo un incremento della necessità di supporto legale per l’attività di m&a nel settore del trattamento dei rifiuti per recupero di materia ed energia ed in quello degli impianti per la generazione da fonti rinnovabili, soprattutto fotovoltaico ed eolico.
Quali saranno i principali trend del comparto energy nel 2021 e quali le sfide per i legali di impresa?
In Italia vi sono gap impiantistici soprattutto in tre ambiti: energia, ambiente e ciclo idrico. Il che significa che è necessario investire nei prossimi anni in nuovi impianti per la generazione da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, recupero di calore da processi industriali per teleriscaldamento), nel trattamento dei rifiuti per recupero di materia e energia (per colmare soprattutto il gap impiantistico del centro sud) e nelle infrastrutture idriche (nuovi depuratori nelle aree carenti interessate da infrazioni europee, nuove tecnologie per ridurre perdite idriche).
La crisi economica conseguente alla pandemia richiede una visione a lungo termine che non può che fondarsi su temi Esg (environmental, social, governance); infatti, tali temi rientrano tra i criteri principali adottati dagli investitori istituzionali, e in particolare dagli investitori etici, per scegliere come investire: condurre il business in maniera sostenibile, per molti investitori, ormai è sinonimo di migliore gestione del rischio e migliori performance economiche. Il legale d’impresa tipicamente si occupa della “G”, ma è in un’ottima posizione per incidere ancor più sulla cultura aziendale e contribuire alla formazione della strategia di business prestando maggiore attenzione alla E ed alla S, e quindi ai temi ambientali (climate change, economia circolare, utilizzo risorse energetiche ed emissioni, nonché rischi ambientali e sanitari), sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva, che possono essere più o meno rilevanti a seconda delle attività e delle caratteristiche dell’impresa.