Beni culturali, via alla ripartenza

Nella puntata di Doppio Binario si è parlato della ripartenza nel settore specifico dei beni culturali e di come ripartirà questo importante comparto dopo il lungo stop dovuto alla pandemia con l’avvocato Carlo Malinconico, Partner dello Studio Legale Malinconico & Gentile e con l'avvocato Domenico Gentile, Partner dello Studio Legale Malinconico & Gentile.

Nella puntata di Doppio Binario si è parlato della ripartenza nel settore specifico dei beni culturali e di come ripartirà questo importante comparto dopo il lungo stop dovuto alla pandemia con l’avvocato Carlo Malinconico, Partner dello Studio Legale Malinconico & Gentile e con l’avvocato Domenico Gentile, Partner dello Studio Legale Malinconico & Gentile.

Per i musei statali il decreto legge semplificazioni ha scansionato un fondo il ministro il ministero dei beni e delle attività culturali mentre per i musei privati invece è stata prevista la creazione di un fondo d’emergenza. I concessionari privati dei servizi di fruizione di beni e delle attività culturali hanno un’analoga tutela per il contrasto della crisi economica proprio causata dalla pandemia visto che ci troviamo ancora purtroppo in un periodo diciamo fortunatamente ne stiamo uscendo, però su questo versante cosa ci può dire?
Carlo Malinconico. Ma innanzitutto il le concessioni di servizio per quanto riguarda i beni culturali sono previsti dal codice dei beni culturali e quindi costituiscono un modo rituale per il questo lo svolgimento di queste funzioni lo stato in sostanza mentre per i musei privati ha sfidati hanno una organizzazione propria invece per i musei statali quando vengono date queste attività in concessione sì lo stato attribuisce ai privati questa cogestione insomma dei beni dei beni culturali perché trasferisce a questi soggetti delle funzioni che altrimenti dovrebbe fare da sé sostanzialmente con propri con un proprio impegno quindi l’esistenza di queste concessioni e un modo rituale è previsto come dicevo dallo stesso codice dei beni culturali per attribuire queste attività ai privati e quindi una co gestione pubblico privato sostanzialmente cosa si è verificato nella recente pandemia che questi concessionari si sono trovati un po come dire scoperti nel senso che mentre per i musei privati erano previste sono previste con questo fondo di emergenza delle risorse per sostenere la loro attività e per i musei statali il ministero ha costituito un fondo per lo svolgimento delle attività riservate sempre al allo stato e quindi alla gestione diretta insomma di questi di questi beni per gli i concessionari invece dei beni dei musei statali si sono trovati appunto come dicevo scoperti perché da un lato non c’era non c’è una previsione specifica a loro favore di risorse eppure questi concessionari hanno avuto una forte contrazione per effetto della pandemia perché arancio dovuto in molte zone il blocco dell’attività è stato totale e quindi ovviamente anche e anche quando ci sono non è stato totale ci sono stati dei forti rallentamenti anche nell’accesso perché bisognava mantenere la distanza insomma erano soggetti sono soggetti questi concessionari a una regolazione che tiene conto appunto della esigenza di evitare la pandemia ecco in questi casi però cosa è successo che la mancata previsione specifica di una norma che riguardasse anche questi concessionari ha messo in forse la dà nella loro il loro sostegno perché da una parte alcune amministrazioni hanno osservato che c’era una previsione specifica di certe ipotesi per esempio nella soluzione dei canoni di affitto e in generale e questo questa pressione come tu succede spesso poneva secondo le amministrazioni di non consentire un rilascio di da parte dei delle amministrazioni stesse degli affitti per quindi evitare un aggravio sui concessionarie che tante volte è proprio la precisione lame la previsione di norme specifiche che comporta che poi se non c’è la norma specifica si rischia di avere dei vuoti normativi che possono essere molto dannosi per verificare.

Le gare per l’esternalizzazione dei servizi di valorizzazione sono spesso sottoposte all’attenzione del giudice amministrativo. Quali sono allora le principali se vogliamo i principali problemi che alimentano il contenzioso?
Domenico Gentile. Si grazie. Insomma le gare in questo settore sono gare per la scelta del concessionario poi lo dirò meglio e già questo è storicamente comporta deficit e di disciplina perché fino al 2016 e concessioni di servizi non avevano una disciplina con compiuta all’interno del codice appalti il vecchio codice che occupava delle concessioni di lavori mentre i servizi ai servizi non applicabile dicevo la dell’iss prudenza comunitaria i principi generali del trattato quindi ovviamente quando il quadro regolatorio carente si ingenera contenzioso questo da una parte e con attività imprenditoriali i servizi di valorizzazione dei beni archeologici architettonici e artistici e ovviamente se le regole sono poco chiare come dicevo si finisce che si finisce molto accesso a lottare in giudizio ma poi peraltro parliamo di concessioni ma non è molto diverso da quello che accade normalmente negli appalti di servizi chi non si aggiudica la gara purtroppo in italia molto spesso contesta all’aggiudicazione solo perché il suo progetto magari è stato considerato non non il migliore oppure è molto frequente la contestazione della gara stessa dell’impostazione della disciplina di gara in esito alla procedura evidenziale da parte ad esempio del gestore uscente dal servizio per concluso il suo periodo di appalto di concessione vuole proseguire nonostante sono nonostante tutto non sono prassi sono frasi distorte che diciamo vanno l’hanno respinta e contrastate lo faceva bene e lo fa bene il codice attuale che il gioco ha notevolmente aumentato quelli che sono le diciamo le lievi vediamo la regimentazione i limiti in cui è concesso ad esempio la proroga del servizio in essere su questo devo dire anche anche lana che conduciamo il rating di impresa che lana che avrebbe dovuto stendere insomma poi non è mai entrato in vigore però anche su questo aspetto era previsto per esempio che i contenziosi che vanno che vanno male vanno consiglieri all’impresa che contesta l’applicazione che poi verde in giudizio se questa questa cosa capita spesso è dubbio un comportamento sua le dell’impresa questo va tenuto conto del rating che poi vale sia ai fini dei criteri di selezione degli operatori che ai fini dei criteri di aggiudicazione sono aspetti devo dire che sui quali nuovo codice in qualche misura in novara e portava una certa morali moralizzazione anche dell’attività di impresa ormai questo codice sembra sembra non piaccia più a nessuno si parla la più parte addirittura di abrogazione totale in sospensione quindi vorrebbe addirittura tornare da parte di alcune direttive europee senza filtro interno che cosa non possibile che mi pare che il governo tra draghi abbia già scartato come possibilità un altro aspetto peculiare del settore del problema il rapporto tra la disciplina generale quindi quella contenuta nel codice appalti le reti il codice degli appalti e delle concessioni è una disciplina speciale contenuta nel codice urbani che prevede per l’affidamento di questa tipologia di servizi servizi prevede la congestione o almeno non la prevedeva fino al decreto semplificazioni perché decreto semplificazione in qualche misura ammesso anche gli appalti per i servizi di valorizzazione dei beni e attività culturali che sono in quella sostanza ai servizi di bookshop servizi di visite guidate i servizi sui sull’accoglienza ai programmi per l’infanzia la didattica tutto quello che tende insomma la valorizzazione del bene che il codice urbani contrappone cioè la conservazione.

Quali sono le peculiarità delle concessioni di servizi con particolare riferimento in ambito museale?
Carlo Malinconico. Ecco cerchiamo di capire qualcosa in più in questo ambito ma è sì questa le concessioni in questo ambito sono particolarmente rilevanti perché comportano questo connubio tra pubblico e privato e quindi la possibilità che il privato possa gestire queste attività in modo e sinergico con il pubblico naturalmente la  concessione che ormai quella che ormai è riconosciuta soltanto dalle lune europea delle direttive dell’unione europea e la gestione e la concessione che si risolve nella costruzione quando si tratta di opere pubblico e comunque nella gestione del servizio e con  addebito diciamo così alla al privato dei del rischio della gestione perché questo è quello che la caratteristica fondamentale che connota le concessioni quindi il primato assume su di sé il rischio della gestione quindi può andare bene naturalmente può andare male quindi deve è un rischio di impresa quello e assume il privato con in queste con queste concessioni e quindi la necessità che ci sia un equilibrio cioè che ci sia un giusto corrispettivo di questo rischio da parte del privato e dall’altra parte il svolgere queste queste concessioni alla soddisfazione dell’interesse pubblico che viene valorizzato proprio attraverso l’uso di energie private che si organizzano in forma di impresa ecco questa questa questa questo modulo può essere molto interessante non solo naturalmente nella realizzazione e nella gestione delle opere pubbliche ma anche nei servizi perché si tratta di operare anche con una leva finanziaria permettendo quindi un incremento delle risorse a disposizione e vedi culturali perché da un lato c’è il l’intervento dello stato che quindi e garantisce un perseguimento dell’interesse pubblico dall’altra parte il privato realizzare un suo interesse naturalmente sia pure nei limiti della concessione quindi esso è soggetto alla alla alle disposizioni dell’amministrazione concedente però realizza il suo interesse come dicevo è quindi c’è un connubio una situazione win win si potrebbe dire perché c’è la possibilità da parte del dello stato di realizzare l’obiettivo della valorizzazione delle dei beni pubblici e soprattutto dei beni culturali e dalla nostra parte è un volano per l’economia perché il concessionario è comunque soggetto privato che quindi realizza una espansione dal punto di vista economico è questo e un sensato un bene.

Con la crisi economica finanziaria, come anticipato già in apertura,  sono nati se vogliamo nuovi modelli di fruizione dei beni e delle attività culturali può essere questo un momento di lancio dei nuovi di nuovi modelli di collaborazione tra pubblico e privato?
Domenico Gentile. Riguarda i modelli di fruizione dei beni del esigiamo culturali il si parla molto di questo si parla molto anche da molto tempo prima della pandemia insomma i musei europei sono sono avanti rispetto a noi nella fruizione attraverso attraverso dell’ice di diverso tipo e questo cambia morto in modo di intendere la fruizione del bene pensate in italia sono state hanno avuto molto successo quella trasmissione delle vittime alle passeggiate al museo con il direttore che si è inventato il nuovo direttore del museo egizio che hanno lanciato davvero il il sito in maniera in maniera miliardi della parte degli altri degli altri suoi colleghi e così anche con le app in questo periodo di chiusura le visite virtuali la realtà aumentata si è incrementato molto questo tipo di fruizione da remoto in questo caso obbligata per la chiusura dei siti sono appunto evoluzioni che bisogna che bisogna affrontare l’evoluzione della tecnologia e della rete della catena globale influisce in tutti i settori della conoscenza dice va bene come diceva di bauman sono la rete porta un’evoluzione la società liquida insomma tutto un nuovo modo di intendere di velocità le conoscenze che che crea uno sviluppo molto molto peculiari che aveva affrontato soprattutto nel settore della nella diffusione della cultura la cultura sta alla base sta alla base di tutto quali i quali modelli utilizzare non è facile vediamo il modulo concessorio per esempio è è difficile attuazione della concessione in edicola palco ma della concessione per sky in questo settore perché nella concezione dell’amministrazione che deve predisporre un bando deve dare le idee chiare da esprimere nel capitolato sul come su quello che vuole sul progetto che intende realizzare quale quali secondo me ne parlavamo prima anche carlo malinconico il modello preferibile in questo settore è quello del partenariato pubblico privato il anche i project di servizi se ne parla tanto e si sta diffondendo sempre di più è un modello molto molto rilevante è molto importante perché si va e del proponente il l’idea può portare è una proposta che il proponente avanza all’amministrazione poi ci sarà una gara pubblica ovviamente su per la selezione del del concessionario con nella sostanza di project non è molto diverso dal dalla concessione per questo caratterizza appunto l’iniziativa ad opera del privato lo caratterizza la necessità di presentazione di un piano economico finanziario sia pronto in evidente la sostenibilità della iniziative del progetto purtroppo però questo è stato molto più ma questo tipo di approccio stato molto frenato perché quando ci sono approcci tra tra il privato e l’amministrazione prima della gara si pensa sempre a sotterfugi a ipotesi insomma corruttive non siano viviamo in un paese in cui il confronto è ben visto ma lenti e se giudiziari dicono forse amiche anche a ragione ma devo dire anche che il modello twitter diciamo la corruzione percepita è molto molto più di quella rischi lavori effettivamente and soprattutto in una fase molto difficile in cui non possiamo sbagliare insomma non può essere questo frenare lo sviluppo sia dei modelli a livello gli strumenti di punizione che nelle modalità.

Nella seconda parte di Doppio Binario si è continuato a parlare della ripartenza che sta riguardando il settore dei beni culturali con Ilaria D’Uva, Amministratore Delegato della Società D’Uva e  con l’avvocato Carlo Malinconico, Partner dello Studio Legale Malinconico & Gentile e Domenico Gentile, Partner dello Studio Legale Malinconico & Gentile e Domenico Gentile.

Le chiedo anzitutto di raccontare la storia la sua storia particolare alla lunga storia familiare e appunto la storia della sua impresa e anche come state affrontando questo momento.
Ilaria D’Uva. Io racconto sempre ne sono cresciuta a pane audioguide perché mio padre ha inventato 62 anni fa le audioguide quindi l’azienda annata prima di me non vi dico quanto prima di me e quindi o sono ora l’azienda che ha creato mio padre con i fratelli lui aveva 18 anni racconta messo fatto l’ho raccontato un milione di volte ma perché mi fa sempre molto piacere perché mio padre aveva 18 anni ha inventato letteralmente le audioguide e le ha proposte nei musei di firenze dove lo viveva lì hanno sbattuto la porta in faccia e lui ha pensato di andare a proporle al cardinale montini che era arcivescovo di milano e che poi è diventato papa col nome di paolo sesto e io ogni volta penso a un ragazzo di 18 anni che chiedo l’appuntamento a un arcivescovo è quello non solo glielo dà ma gli dà anche la possibilità di avviare la sua impresa insomma da questa benedizione incredibile che adesso sembra impensabile se non riesco a immaginare un ragazzo di 18 anni li chiede l’appuntamento a un vescovo e che nascono tutte queste cose saranno sicuramente altri anni una libertà diversa la reattività sicuramente esplosiva che speriamo sia anche la reattività che seguirà a questo momento terribile ci siamo trovati tutti ad affrontare quindi questa azienda poi è stata per tanti anni di mio padre e dei suoi fratelli poi lui l’ha rilevato le quote dei fratelli lente state a me ei miei fratelli io altro fratelli più grandi di me finchè una decina di anni fa io da brava figlia innamorata del padre sono l’unica femmina ho preso in mano le rilevato le quote di m tennis in mano il futuro dell’azienda trasformandola da un’azienda che faceva principalmente queste macchine a moneta e tutti sicuramente abbiamo usato che si metteva il gettone che mettevano le 50 dire poi fino ad arrivare i due euro di adesso con la diapositiva che scorreva è passato ad essere un’azienda quindi che produceva elettronica e contenuti a diventare un’azienda che interprete al patrimonio attraverso le diverse tecnologie e anche i servizi quindi non più soltanto strumenti e contenuti ma anche gestione del patrimonio attraverso i diversi servizi che significano insomma interpretare e valorizzare il patrimonio che poi è parte di una cosa che voglio raccontare quest’anno credo che il nostro settore sia quello che l’ha affrontato cioè quello che ha subito i danni maggiori su tutto il settore tutto il settore legato al turismo tutto il settore legato alla cultura perché chiaramente senza turisti non non c’è non c’è sostenibilità e essendo io un operatore un imprenditore un’imprenditrice per me la gestione dei servizi museali non è soltanto cultura in senso esteso e necessità di offrire i beni culturali al cittadino al visitatore ma anche sostenibilità d’impresa e questa per noi è stato un anno veramente tremendo perché non si non sono state fatte non sono stati fatti interventi veri a favore di questo settore sono c’è stato un grande avanzamento della digitalizzazione che per i più per la maggior parte dei casi però significato offrire gratuitamente dei servizi online quindi bellissimo per i visitatori per le persone che non potevano muoversi noi stessi abbiamo organizzato un servizio di visita in streaming bellissimo quindi per il pubblico ma terribile per le imprese perché secondo me la digitalizzazione non può sostituire l’esperienza la può integrare la può integrare la può promuovere la tua sviluppare noi stessi abbiamo diciamo dare una spinta digitale molto forte all’azienda cioè io sono sicura che escludendo i sussidi che sono arrivati in maniera molto limitata credo che dopo questo anno almeno la nostra azienda se dovessero ritornare i numeri del 2019 il nostro fatturato sarebbe più alto almeno del 30 40 per cento grazie alla spinta che abbiamo dato in questo senso i supporti ci sono stati pochi e quelli che sono stati lenti perché ce n’è uno nello specifico è stato stanziato cioè decretato a ottobre siamo ad aprile e ancora non è arrivato e anche un supporto abbastanza significativo però è significativo sulla carta perché in sei mesi l’azienda se non ha una struttura solida fa in tempo a chiudere quindi in questo settore secondo me se finché non ci sono i vaccini finché non c’è una vera politica che permette la mobilità cioè i vaccini ci sono ma finché non c’è una campagna vaccinale vera tipo quello di israele che faccio un esempio tutti mi risponde alla facile perché nelle rare sono pochi sarà anche facile inserire sono pochi però l’hanno vaccinata in due mesi adesso sono tutti i locali aperti l’economia ripartita a una velocità incredibile noi che siamo tanti rifiutiamo sei volte tanto non è che siamo 500 volte tanto quindi magari metterci sei volte il tempo loro e che secondo me forse ce ne metteremo pure un po di più.

Lei come valuta anche questo tipo di interventi?
Carlo Malinconico. Ma certamente qualcosa di buono si è fatto non è innegabile che qualcosa di positivo ci sia però probabilmente si poteva o si può fare di più nello sveltire nell’accelerare perché il nostro paese è malato di burocrazia e lo dico come dire conoscendo bene la burocrazia non è solo colpa della burocrazia in generale ma una serie di stratificazione di norme di responsabilità erariali e penali e civili che fa da barriera alla libera estricazione estrinsecazione della creatività e quindi in questo modo io credo che è vero che si è fatto qualcosa è qualcosa anche di positivo anni con il decreto semplificazioni però probabilmente non basta e mi auguro che nel recovery plan si faccia attenzione a questi a questi aspetti e che quindi si incentivi la possibilità di dare risposte celeri quando sento dire come diceva da dottoressa Ilaria D’Uva che effettivamente ci sono misure che sono state previste ma che ancora dopo più mesi non sono arrivate e questo la dice lunga e io credo che al di là dei ristori che naturalmente ben vengano però bisogna rimettere in moto proprio apparato produttivo perché altrimenti si rischia di non solo di far esplodere il debito pubblico e finché ce lo consentono ben venga anche questo però bisogna rimettere in piedi proprio l’apparato produttivo con i servizi e il nostro paese è un paese che ha una forte vocazione turistica e quindi i beni culturali sono rientrano a pieno titolo nella promozione del di questa attività e quindi sono non a caso definiti il petrolio italiano e quindi bisogna effettivamente rimettere in moto questa macchina produttiva e evitando di penalizzare oltremodo certe ripartenze soprattutto evitando la burocrazia e quindi evitando forme di stratificazione normativa che poi così ne comporta un rallentamento delle misure che vengono disposte e dall’altra parte anche immaginare forme più rapide di intervento e soprattutto io credo puntare molto sulla collaborazione pubblico privato il partenariato pubblico privato che può fungere da volano di da moltiplicatore insomma delle risorse pubbliche che vengono messe nel sistema con la possibilità per il privato di cogliere come solo il privato sa fare le occasioni di sviluppo dell’economia.

Le chiedo di raccontarci questa battaglia che avete combattuto e anche vinto credo.
Ilaria D’Uva. Si questa è una storia abbastanza lunga perché nel 2016 mi sembra addirittura se che poi l’abbiamo impegnata nel 2017 è stata bandita la prima gara c’è la nuova gara dopo anni perché a proposito riallacciandomi a quello che diceva la bordata malinconico c’è una questione di burocrazia e di lentezza che ha caratterizzato molto il nostro settore mentre anch’io sono molto d’accordo che il ritmo e anche la velocità in certi casi sia indispensabile per far andare avanti certi settori comunque dopo anni cioè l’ultima gara per la gestione dei servizi del Colosseo è stata giudicata nel 1997 e quindi 24 anni fa e finalmente dopo più ripreso dopo vari tentativi dopo un tentativo del 2010 addirittura voluto dalla commissione europea finalmente è uscita questa gara soltanto che contraddicendo quello che dice il codice dei beni culturali il questa gara aveva come attività prevalente la biglietteria e metteva i servizi di valorizzazione e quindi le audioguide le viste guidate le mostre il marketing in appalto invece in concessione come stabilisce il codice quindi noi abbiamo impugnato che la gara l’abbiamo fatto un ricorso al tar il tar ha bocciato il nostro ricorso abbiamo fatto appello in consiglio di stato il consiglio di stato ha bloccato nel 2017 a dicembre questa prima nuova gara per i servizi del colosseo gara bandita da consip perché consuma un accordo con il ministero della cultura per per bandiere le gare dopodichè la gara è uscita di nuovo nel adesso adesso ha perso il conto perché col compito del mezzo mi sembra nel 2019 e di nuovo finalmente servizio non erano più in appalto ma in concessione ma di nuovo la biglietteria aveva una prevalenza mentre il codice dei beni culturali stabilisce che la valorizzazione è un attività prevalente ed è quella per cui l’ente pubblico deve individuare un operatore in grado di poter svolgere ad altissimo livello questo servizio lettori leggere spero non avrà l’occasione la sentenza l’ultima perché veramente bellissima la sentenza del consiglio di stato firmato dai giudici ma verini che dice una cosa molto interessante sul fatto che lo stato deve individuare il miglior operatore non solo e non soltanto per il pubblico ma anche proprio per il bene dello stato stesso cioè io devo individuare l’azienda migliore per poter svolgere questo servizio perché io devo fare il bene dello stato ed è molto interessante perché sancisce il principio per cui individuare un operatore ha delle capacità imprenditoriali serie e chi vuole investire nella valorizzazione diventa un beneficio non solo per l’operatore ma soprattutto per il bene e per il visitatore quindi abbiamo portato avanti questa battaglia è stata abbastanza complicata anche perché c’era un po la tendenza a voler giustificare il servizio di valorizzazione e questo da parte di fans chiaramente che era la fonte parte a voler giustificare che i servizi di valorizzazione dovessero stare per forza subordinate alla biglietteria 5 insieme alla biglietteria perché la biglietteria dove va dal punto di vista della sostenibilità economica e finanziaria a coprire anche i costi dei servizi di valorizzazione e invece proprio appunto la sentenza dice allo stato che la gara sia sostenibile gli interessa perché sennò l’operatore dopo non ce la fa ma l’obiettivo primario non è la sostenibilità della gara per l’operatore ma è la valorizzazione del bene comune del bene pubblico e del luogo della cultura quindi il motivo per cui l’ha fatto tantissimi lo dico perché in tantissimi hanno detto di me che l’ho fatto perché io sono fornitore delle audioguide dell’attuale non ci sono aree dei servizi al colosseo quindi i detrattori hanno detto che l’ha fatto perché voglio rimanere al colosseo più a lungo possibile realtà gli al colosseo ci vorrei rimanere ma vincendo una gara non in una stato di proroga anche perché lo stato di proroga agli imprenditori seri non piace perché impedisce di fare investimenti con una prospettiva lunga perché io so che da un momento all’altro potrei smettere di essere fornitore dei servizi del colosseo faccio un esempio io sono invece il concessionario diretto del servizio di audio guida di pompei è una gara che non è ancora uscita però della stessa appartiene alla stessa famiglia bandita nel 2000 quindi non era al 97 ma siamo lì noi negli anni abbiamo continuato a investire nelle nuove audioguide anche quest’anno quest’anno nell’anno dove c’è ancora il co lead stiamo facendo un investimento per sostituire le audioguide però lo facciamo veramente perché siamo pazzi perché magari poi a settembre esce la gara nuova che è fatto bello investimenti in audio guide nuove e questo poi io perché un’azienda che abbastanza organizzata abbastanza strutturata le prende daniele porto da un’altra parte e perché decide di farlo perché la mia immagine della mia azienda e soprattutto all’immagine della sovrintendenza e tendente al nostro paese ma insomma è per complicate per un imprenditore a lavorare quindi il motivo della mia battaglia è facciamo le gare diamo la possibilità cioè facciamole come stabilisce il codice dei beni culturali se non ci piace cambiamo il codice dei beni culturali però finché finché la legge dice che le gare per la valletta le gare per la valorizzazione si fanno dando prevalenza i servizi di valorizzazione devono essere fatte così e quindi io mi auguro che questo succeda anche perché scardinerebbe un po un meccanismo che si è creato per cui chiaramente le aziende che fanno biglietterie che gestiscono trick di biglietteria sono diane molto molto grandi che fanno il più delle volte che fanno servizi per concerti teatri stadi quindi sono aziende forti solide e se si stabilisce per partecipare alla gara del colosseo servono 6 milioni di fatturato in biglietteria e chiaro che non è che possono partecipare cioè non può partecipare la startup che magari si è inventato un software geniale che riesce a collegare tutte tutti gli operatori online no cioè può partecipare chi ha fatto ah sei milioni di fatturato in questo settore quindi in tre allora la mia la mia battaglia è una battaglia di principio soprattutto anche perché veramente dal giorno 1 quindi dal 97 realtà da quando abbiamo iniziato a lavorare né bene né beni pubblici perché noi la mia azienda ha una grandissima tradizione soprattutto nel settore delle diete lavoriamo con le più importanti fatte gravi d’italia ma dal giorno 1 questo fatto di essere in qualche modo fornitore di altri operatori che per conto che gestiscono la relazione fra me e il mio committente in qualche modo per certi versi sicuramente ci ci ha protetti e ci ha facilitati ma per certi altri versi impedisce di fare valorizzazione vera perché purtroppo li sta in mezzo e non faccio riferimento ai miei clienti del colosseo ea cui veramente devo tutto veramente permesso di crescere quindi come faccia riferimento a loro però dico se sì in mezzo fra me che produco interpretazione del bene culturale il mio committente sia un filtro il cui interesse principale è quello di trovare il fornitore che costa meno chiaramente il risultato è che non c’è non avviene la vera valorizzazione non avviene attraverso i miei strumenti e poi magari avviene attraverso tutte le altre attività che vengono svolte ma quindi c’è una in qualche maniera viene soffocato un settore che ha molto da dire perché se ci si pensa adesso dalla mia azienda non so come solo di audioguide ma diciamo che questo ricorso era legato soprattutto a questo argomento se ci si pensa l’audioguida uno strumento che può parlare con ogni singola persona entra quindi uno strumento potentissimo nessun altro strumento asta insieme al singolo visitatore per tutta la visita quindi uno strumento potentissimo da utilizzare noi per esempio abbiamo fatto le dico questo per fare un esempio l’anno scorso sull’isola di san giorgio maggiore a venezia dove è installato il padiglione vaticano della biennale di architettura del 2018 è che sono levati jean charles che sono dieci cappelle disegnate da dieci architetti di fama internazionale noi ci stiamo servizi di accoglienza di visite di valorizzazione della fondazione giorgio cini sanno affidata la visita di leva ti lancia per noi abbiamo composto una colonna sonora specifica per le audioguide originale questa colonna sonora è stata promossa in maniera adeguata e raccontata attraverso diversi media attraverso giornali televisione radio riviste e noi nel 2020 grazie a questo progetto e grazie a quello che lo dicevo prima ha una capacità di organizzarci dal punto di vista digitale molto potente abbiamo messo in atto l’anno scorso noi nel 2020 abbiamo avuto sull’isola di san giorgio il 10 per cento in più delle persone abbiamo avuto nel 2019 quando tutti i musei in italia hanno avuto mediamente il 90 per cento in meno questo significa che se l’imprenditore si è privato viene messo nelle condizioni di poter operare e di poter lavorare con un collegamento diretto chiaro e creativo con il committente si possono fare tantissime cose quindi come diceva lavorato malinconico c’è produrre non vogliamo i sussidi per la possibilità di creare contenuti creare servizi che poi qualcuno è disposto ad acquistare quindi hai messo verremmo insomma indigenti.

Lei ha partecipato a questa battaglia giudiziaria, le chiedo quali saranno a suo avviso le prossime mosse da parte del ministero?
Domenico Gentile. Sì partecipato no non come Ilaria D’Uva. Ci siamo conosciuti con l’occasione che mi dicessero i nostri avversari stavamo d’accordo su questa su questa partita ma noi abbiamo fatto quindi autonomamente un ricorso non identico vanno in molte parti analogo noi contestavamo oltre alla questione della della prevalenza del servizio di biglietteria che già la giurisprudenza del consiglio di stato ha detto che non doveva essere così che devono essere prevalenti sia economicamente che funzionalmente i servizi di valorizzazione dei beni e le attività culturali e quindi la garetti in passato proprio per questo la buffa faceva un ricorso in ottemperanza v nera e la recidiva la consip come il mibac noi oltre a questo aspetto contestavamo anche che nonostante il co lead nonostante la pandemia nonostante i siti archeologici incluso evidentemente il colosseo siano chiusi al pubblico l’equilibrio economico finanziario del pefc e l’amministrazione del pefc e del piano economico finanziario che i concorrenti devono produrre un andamento all’offerta per renderne è evidente la sostenibilità economiche stanziate il test che l’amministrazione impone ma è concorrente di impostare la basato sui dati storici di fruizione cioè sugli incassi che il colosseo aveva fatto fino al 2019 quando il po ed evidentemente non c’era quindi nonostante ci fosse la gravissima altamente probabile ipotesi che per uno ancora due anni i flussi siano di molto ridotti i concorrenti avrebbero dovuto fare un’offerta che si fondava su dati che erano ormai realisti quindi per questo io ho detto è stato il bando insieme per un’impresa è un consorzio internazionale non correnti e le dico che gli operatori culturali spagnoli erano davvero sbigottiti sono rimasti proprio questa questa questa insistenza di consip del mibac di voler andare in angolo con queste portare la gara avanti in ogni caso ea prescindere da tutto anche accettando che evidentemente offerte che in radice non potevano che essere fantasiose perché basate su dati attuali era era davvero strabiliante quindi bene bene l’annullamento abbiamo contestato appena questa questione della prevalenza del servizio di biglietteria che chiudeva i grandi operatori sono tre sono quattro come diceva dai ad uva i grandi ma non sono neanche gli esperti nella gestione dei siti e dei beni e delle attività culturali io non voglio fare nomi però i grammy bigliettai chiamiamoli così cio che diciamo imperversano in italia anche per la vendita dei biglietti degli stati e dei concerti sono quelli che fanno le vendite che chiamo quei fatturati perché sei milioni non era richiesto come giro d’affari richiesto come agi servizi di biglietteria vuol dire che devono sviluppare giri d’affari per centinaia di milioni e allora la gara era chiusa a pochi non poteva essere in quel modo affrontata consiglio di stato ha fatto un’altra volta giustizia il presidente severini ha ormai questo indirizzo che devo dire storico perché interpreta nella chiave giusta il codice urbani rimette al centro la valorizzazione spiega bene il perché i servizi delle attività di servizi di valorizzazione possono essere esternalizzati se c’è un progetto dietro culturale se l’amministrazione non ha gli strumenti per fare la stessa quello che vuole far fare al privato e allora di questo dovrà prendere atto adesso la consip io non so se ancora sarà dalla delega come è come in passato come si diceva ancora la consip oppure se se la gara questa volta la faccia direttamente filmini bart ma dovranno prendere atto che già molti il servizio di biglietteria può essere accessorio non si possono porre barriere preclusive e non far partecipare a gare importanti imprese interessanti come quella dell’italia dura che investe tanto nello sviluppo come tanti altri piccoli le direttive europee sugli appalti sulle concessioni nei più recenti hanno al centro del sistema lo sviluppo del mercato per le piccole e medie imprese che sono quelle che fanno più sviluppo tecnologico e non è tollerabile più in italia come avviene ma non soltanto nel comparto riserva tanti altri comparti di servizi non soltanto nel comparto dei beni e attività culturali ma evidentemente in generale nei servizi le piccole e medie imprese devono essere poste al centro dello sviluppo perché sono quelle che investono hanno voglia di ingrandirsi e investono non sono i grandi pachidermiche livelli devono controllare detenere quello che hanno fatto fatto negli anni quindi dio mi aspetto un nuovo bando per l’aspetto direttamente dal mibac senza la biglietteria o con la biglietteria imposizione accessoria come dicevi il codice urbani rispetto ai servizi di valorizzazione mi auguro che sia ilaria dura che la società mia cliente riesca in questo caso a partecipare.

@Trascrizione Automatica

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