Nel corso dell’ultimo anno le direzioni legali hanno dovuto ripensare strategie, organizzazione e priorità, passando dall’essere semplici interpreti delle normative a diventare veri e propri business partner con una funzione chiave nella gestione della ripartenza.
A sottolineare questo nuovo ruolo del team legale è Niccolò Pallesi, general counsel di Ferretti Group, che racconta a Le Fonti Legal il ruolo e l’organizzazione della sua squadra negli ultimi, complessi, 14 mesi.
In questo difficile anno, quali sono state le principali responsabilità dell’ufficio legale?
Sono cambiate. Si è a mio avviso passati da una concezione in cui l’ufficio legale era l’ultimo interprete di ciò che è “legale” per il business evolvendosi per diventare l’ultimo interprete di cosa è “giusto” per il business. In altre parole, cosa è sostenibile. Sta infatti cambiando il panorama commerciale e legale e concetti come sostenibilità, compliance, tutela e responsabilità hanno acquisito un’importanza ancora maggiore in questo difficile anno e di conseguenza questi concetti che tradizionalmente non rientravano nel perimetro di azione della direzione legale, ora ne sono diventati parte integrante.
E quali le maggiori complessità?
Le principali complessità si sono presentate come conseguenza della pandemia. La “decodificazione” della normativa emergenziale, in costante evoluzione e mutamento, ha richiesto una continua interpretazione della normativa emergenziale.
Nel nostro business, l’applicazione pratica della normativa emergenziale ha comportato lo studio degli ormai famosi codici “Ateco”, passati dall’essere semplici codici merceologici a essere lo spartiacque tra poter rimanere aperti o dover chiudere analizzando le situazioni caso per caso, territorio per territorio. È stato necessario il continuo confronto con le diverse prefetture e le capitanerie di porto dei diversi stabilimenti produttivi.
Da un punto di vista strettamente legale, certamente la tematica della “forza maggiore” e dell’impossibilità sopravvenuta è diventata attuale e concreta; abbiamo dovuto coordinare la gestione delle conseguenze dell’evento di forza maggiore Covid-19, dalla fase di procurement, passando dalla fase produttiva fino alla fase di consegna, assistendo sia le altre direzioni interne coinvolte sia i nostri clienti.
Riallacciandomi al tema del passaggio da cosa è “legale” a cosa è “giusto” mi preme sottolineare come la nostra azienda, nei limiti del possibile, si sia impegnata a tutelare anche la propria catena del valore: fornitori, appaltatori e distributori, soprattutto quelli rientranti nella definizione di Pmi che nel mondo della nautica sono la maggioranza.
A livello organizzativo come è stato gestito il periodo di lockdown e l’attuale fase di “ripartenza”?
La priorità è stata ed è la tutela della salute dei nostri dipendenti.
Come tutte le aziende, abbiamo fatto ricorso allo smartworking e agli strumenti di videoconferenza. Non senza qualche difficoltà, me lo lasci dire, perche, ahimè, nonostante siamo nella top ten dei paesi più industrializzati al mondo, nell’innovazione e nella digitalizzazione siamo ancora a metà strada su tutto: sull’innovazione non siamo in una posizione avanzata ma neanche arretrata; facciamo qualcosa per il digitale ma non quello che si dovrebbe. Siamo un po’ nella posizione degli Ignavi di Dante, non facciamo del bene all’innovazione del Paese, ma neanche tanto del male.
Curata l’emergenza, anche sotto il profilo organizzativo, si è dovuti ricorrere a pianificare la nuova quotidianità, che prevede la convivenza con il Covid-19. In quest’ottica, ad esempio, abbiamo ripensato la pianificazione delle strategie legali per la gestione dei contenziosi così come per la pianificazione degli investimenti che non può più essere “statica” ma “rolling”. Flessibilità è la parola d’ordine che si cela dietro la ripartenza.
Quali saranno i progetti aziendali che vi vedranno coinvolti nel 2021?
Rispetto al 2019, nel 2020 Ferretti nonostante la pandemia ha chiuso l’anno sostanzialmente in linea con il precedente. Abbiamo messo on hold alcuni progetti su cui stavamo lavorando e che ora riprenderemo. Ma non voglio spoilerarle nulla. Come dice il Presidente Draghi, questo è il momento di investire perchè una volta mitigati o addirittura debellati gli effetti di questa emergenza, avremo un rilancio dell’economia, un “effetto elastico” e bisogna farsi trovare pronti.
Quali sfide dovranno affrontare i legali di impresa nei prossimi mesi?
Le sfide maggiori saranno il completamento dell’evoluzione dell’ufficio legale dall’essere una funzione di supporto ad essere un vero e proprio business partner, la revisione dei nostri modelli contrattuali alla luce delle evoluzioni normative dovute alla pandemia e infine l’acquisizione di nuove competenze digitali per imparare a usare e gestire velocemente ad esempio le legal tech che diventeranno uno strumento sempre più attuale
e quotidiano.