Urmet S.p.A. è un’azienda italiana con presenza internazionale che progetta, sviluppa e commercializza sistemi videocitofonici, citofonici, telefonici, sistemi per l’automazione e il controllo degli accessi, sistemi professionali di antintrusione, antincendio e videosorveglianza. Fondata a Torino nel 1937 con il nome di “U.R.M.E.T. – Utilizzazione e Recupero Materiale Elettro-Telefonico”, ha conosciuto uno sviluppo pressoché costante con l’acquisizione nel corso degli anni di altre aziende nell’ambito della domotica e della sicurezza.
La Urmet è stata assistita nella controversia dallo studio Saglietti Bianco, nota boutique specializzata in proprietà intellettuale, con un team costituito dal founding partner Luigi Saglietti, dalla name partner Emanuela Bianco e dall’associate Ludovica Cesaretti.
Cosa prevede l’ordinanza della Corte di Cassazione
L’ordinanza della Corte di Cassazione rigetta integralmente i motivi di ricorso della controparte, chiudendo una intensa battaglia legale instaurata dalla Urmet al fine di vedere dichiarata la nullità del brevetto della controparte o comunque l’accertamento della non interferenza con quest’ultimo del proprio sistema videocitofonico IPerVoice.
Il provvedimento è di rilievo in quanto la Cassazione ha avuto occasione di confermare il proprio recente orientamento secondo il quale è sufficiente che il giudice di merito richiami in decisione le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio il quale già abbia considerato i rilievi dei consulenti di parte, senza dover argomentare sulle contrarie allegazioni di parte.
Inoltre, la Suprema Corte chiarisce che una doglianza circa l’errata valutazione del requisito dell’altezza inventiva dell’invenzione attiene ad una valutazione di fatto e non ad un errore di diritto.