Con circa 30 italian desk nel mondo e sedi a Roma, Londra e Smirne, MepLaw è l’esempio di quanto oggi la presenza estera di un’insegna italiana sia fondamentale per il posizionamento nel mercato dei servizi legali.
Le Fonti Legal ha intervistato Fabio Maggesi, socio fondatore ed esperto di diritto internazionale e del web, per comprendere il modello di business della law firm.
Quali sono oggi le complessità del processo di internazionalizzazione per uno studio legale?
“Internazionalizzare” significa per me guardare oltre i confini e per fare questo è stata necessaria una mentalità manageriale. Nel tempo mi sono infatti reso conto che la semplice accezione di avvocato non bastava per
costituire una law firm con caratteristiche aziendali. Per rendere possibile il processo di internazionalizzazione dello studio, ho dovuto infatti ragionare come se dovessi gestire un’azienda. All’interno di MepLaw ogni figura
professionale ricopre un ruolo ben preciso e non esistono due figure che si occupano della medesima questione, materia o aspetto.
MepLaw è una law firm italiana proiettata all’estero. Qual è il vostro business model?
La strada verso l’internazionalizzazione di MepLaw è stata graduale. Dapprima lo studio contava un’unica sede a Roma e si occupava di contenzioso civile e societario. Successivamente, subentrando nell’organico, ho speso tempo e risorse per creare un’importante rete di collaborazioni
internazionali, onde istituire un network valido e competitivo che prese poi il nome di Maggesi & Partners. Ho quindi inaugurato il secondo ufficio romano. Sulla mia strada ho poi incontrato il mio attuale socio,
l’avvocato Lorenzo Macchi già operante in Turchia, con paritetico Studio Legale di famiglia ed insieme abbiamo costituito la prima sede estera, precisamente in Uk a Londra. Nasce così MepLaw con all’attivo quattro sedi gestite dal medesimo Board direttivo. Il nostro business model punta all’eccellenza del Made in Italy nel mondo; oltre alle sedi già menzionate, lo studio può contare, infatti, su circa 30 Italian desk ove è presente almeno un avvocato italiano o conoscitore della lingua italiana.
Quali sono i maggiori illeciti scaturiti da web che vi trovate a gestire? In che modo le aziende possono prevenirli?
Nel mondo del web è facile incorrere in attività fraudolente. Volendo parlare d’illeciti, l’appropriazione indebita del marchio, lo sfruttamento di nomi a dominio da parte di soggetti terzi, le sostituzioni di persona, il phishing, tutte le attività illegali che sono proprie del trattamento
abusivo dei dati, così come la concorrenza sleale ed il gioco illecito, sono i casi più comuni che affrontiamo tutti i giorni. Le aziende possono e devono regolamentare la propria attività on line prestando massima attenzione
all’evolversi della normativa (anche transfrontaliera, laddove eroghino servizi al di fuori dell’Ue) rivolgendosi ai soli professionisti del settore con cui eviteranno di cadere in errori o sanzioni.