Nel 2018 il mercato globale dell’arte ha raggiunto un valore complessivo di 67,4 miliardi di dollari segnando un +6% rispetto al 2017. A dichiararlo, lo studio annuale dell’economista Clare McAndrew, “The Art Market 2019”, redatto per conto di Art Basel e Ubs.
Il giro d’affari che questo segmento è in grado di generare non ha lasciato indifferenti gli studi legali, che hanno cominciato a investire nel settore, sia in termini di risorse umane che di iniziative. Per comprendere il business che sta dietro al mondo dell’arte e il modo in cui le insegne lo stanno affrontando, Le Fonti Legal ha svolto un’indagine coinvolgendo alcuni dei principali studi legali più attivi nel comparto. Dalle informazioni raccolte emerge che in risposta alla crescente domanda di consulenza da parte di collezionisti privati, case d’asta, gallerie d’arte e fondazioni, le law firm hanno predisposto team multidisciplinari, capaci di coprire i principali aspetti giuridici legati all’arte: da quelli fiscali, a quelli di proprietà intellettuale, dalle normative bancarie a quelle doganali. Una buona fetta del lavoro per queste squadre proviene dal contenzioso, generato perlopiù da contraffazione, traffico illecito, riciclaggio e violazione di norme fiscali. Numerosi sono anche i progetti culturali messi in campo dagli studi per la valorizzazione dell’arte: partnership con enti preposti alla tutela dei patrimoni, manifestazioni patrocinate dalle istituzioni di settore, mostre, convegni e workshop a tema.
Un mercato in crescita
Come conferma Maria Grazia Longoni Palmigiano di LCA Studio Legale, il settore è in crescita, «considerato anche il fatto che ormai le opere d’arte possono costituire una forma di investimento alternativo e possono essere utilizzati come strumenti finanziari con tutte le questioni che ne conseguono».
Anche Antonio Martino di DLA Piper ribadisce un continuo sviluppo del settore, «dovuto sia ad una riscoperta del mecenatismo anche da parte delle imprese sia dalla maggiore consapevolezza della capacità di un’opera d’arte, accuratamente selezionata, non solo di trasferire il proprio valore nel tempo e nello spazio ma addirittura di incrementarlo». In tale contesto, secondo Martino il settore oggi richiede competenze legali diversificate spesso di carattere internazionale. Ne è convinto anche Alberto Saravalle di BonelliErede: «Il collezionista privato richiede una consulenza legale strutturata, a 360 gradi». «Per assistere efficacemente i propri clienti», continua Saravalle «non basta conoscere bene le problematiche giuridiche del settore; occorre anche comprendere le dinamiche che muovono il mercato e stabilire una rete di qualificati contatti internazionali per operare cross-border». Giorgia Ligasacchi di Negri-Clementi afferma che «l’esponenziale crescita del mercato dell’arte e la sua continua globalizzazione negli ultimi anni hanno richiesto da parte degli operatori del settore e dei collezionisti una maggiore trasparenza. Questa necessità di chiarezza ha portato a un insieme crescente di norme e leggi con cui confrontarsi che richiedono un aiuto legale specializzato». Nicola Pietrantoni dello Studio Isolabella sottolinea l’estensione del perimetro e della connotazione dell’arte: «Per trovare conferma di questo, basti pensare ai valori scambiati nelle più recenti compravendite di opere d’arte: le sole aste di Sotheby’s e di Christie’s, tenute il 5-6-7 marzo 2019 e dedicate alla sola arte moderna e contemporanea, pare abbiano realizzato, a livello globale, un totale di 285 milioni di dollari senza tenere conto del canale online». «Dobbiamo considerare il ritorno al mercato dell’arte come “bene rifugio”» continua Pietrantoni, «anche alla luce dei minori aggravi fiscali che non lo hanno onerato nel corso degli anni. E ancora, il progetto di riforma legislativa in materia dei beni culturali, approvato alla Camera nella seduta del 22.6.2017 che prevedeva, tra le altre novità, il “trasferimento”, nel Codice Penale, di tutte le fattispecie penali previste dal Testo Unico dei Beni Culturali, nonché un maggior rigore sanzionatorio per i reati contro il patrimonio culturale e il loro inserimento nel catalogo dei c.d. reati presupposto ex d. lgs. 231/2001 (responsabilità amministrativa delle persone giuridiche)».
Paolo Ludovici di Ludovici Piccone & Partners denota come negli ultimi anni molti studi legali abbiamo investito nel settore dei private clients: «È indubbio che i margini di crescita sono ancora ampi, anche perché il know-how si misura soprattutto rispetto al numero di casi affrontati».
I principali aspetti giuridici
Numerose sono le aree di intervento che richiedono una specifica competenza in ambito multidisciplinare. Tra le principali «la restituzione dei beni culturali illecitamente esportati e gli accordi di cooperazione e di scambio culturale tra Stati; la circolazione internazionale delle opere d’arte, i rapporti con le Soprintendenze e gli uffici esportazione; la vendita internazionale di opere d’arte per trattativa privata o in asta; i profili legati al mecenatismo e alla filantropia culturale» afferma Saravalle. Longoni Palmigiano sottolinea la contrattualistica; la logistica; il passaggio generazionale; la dismissione di collezioni, i diritti morali; il restauro e il diritto internazionale. Ligasacchi parla inoltre di attività di due diligence; assistenza nell’archiviazione di opere d’arte, contratti di assicurazione, di deposito e di noleggio, assistenza nella voluntary disclosure e art lending. Francesco Isolabella ritiene che i principali aspetti sono quelli legati alla tutela e alla conservazione dei patrimoni dei singoli paesi, «mentre il patrimonio dei privati, a dispetto di una tutela oggettiva determinata dalla Legge che non opera distinzioni in maniera espressa, viene spesso sacrificato a favore, appunto, del patrimonio dello Stato che gode i favori di una Legge, il d. lgs n. 42/2004, non particolarmente ossequiosa del principio di tassatività e spesso letta ed interpretata nel prevalente rispetto della prospettiva del patrimonio statale. A seguito di tale, evidente, disparità, lo stesso mercato soffre di una profonda distorsione. A fronte, infatti, di una forte tutela volta ad impedire l’ “ingresso” di beni non autentici o di provenienza illecita, il mercato risente di alcuni oggettivi ostacoli posti dallo stesso Testo Unico ai proprietari di alcune categorie di opere d’arte. Non vi è dubbio, almeno a nostro giudizio, che il concetto che soffre di più le problematiche appena esposte sia proprio quello di “bene culturale”. In realtà, la lettura dell’articolo 2 del Testo Unico, così come effettuata alla luce degli articoli 10, 11 e di tutti quelli richiamati, non riesce ad offrire un’interpretazione uniforme e coerente con il resto delle norme del d. lgs. 42/2004, non ultime quelle penali». A giudizio di Martino esistono aspetti di diritto bancario e finanziario, ma i profili fiscali delle operazioni connesse al trasferimento delle opere d’arte sono in larga parte predominanti, «soprattutto in ragione di un quadro normativo domestico tutt’altro che certo». Anche Ludovici mette in luce numerose complessità di carattere tributario che riguardano il passaggio successorio. «Inoltre, per i collezionisti la maggiore preoccupazione è probabilmente una possibile attrazione ad imponibilità dei capital gain realizzati per effetto della vendita di opere d’arte. Sulla base delle regole attuali e di una interpretazione rigorosa delle norme, tale preoccupazione non è fondata sussistendo varie argomentazioni per considerare non imponibili eventuali plusvalenze realizzate da un collezionista nella misura in cui lo stesso non operi come “mercante d’arte” neppure in maniera occasionale. Non si può tuttavia escludere un cambiamento delle regole in futuro».
I reati più frequenti
Il mercato dell’arte è particolarmente soggetto a illeciti che riguardano prevalentemente la contraffazione e i traffici. «La prima», spiega Saravalle «non rileva solo nell’ambito del diritto d’autore, ma ha una sua rilevanza anche in ambito penale con riguardo ai falsi di opere d’arte. Sono inoltre frequenti i casi relativi alla violazione delle norme del Codice dei beni culturali per l’importazione e l’esportazione illecita di beni culturali». Martino aggiunge «la possibilità di una strumentalizzazione di operazioni a fini di riciclaggio». «Sul tema della autenticità», spiega Pietrantoni «il d. lgs. 42/2004 punisce con la reclusione da tre mesi fino a quattro anni non solo la contraffazione, l’alterazione e la riproduzione di opere di pittura, scultura o grafica o di oggetti di antichità o di interesse storico od archeologico, ma anche la condotta del soggetto che detiene e pone in commercio, come autentici, esemplari di oggetti contraffatti, alterati o riprodotti da altri, nonché la condotta di colui che autentica le opere o gli oggetti sopra richiamati pur conoscendone la falsità. Nel caso di circolazione del bene in ambito internazionale, il legislatore è intervenuto, nell’agosto 2017, con la conseguenza che oggi è consentita l’uscita definitiva dal territorio italiano, senza la specifica autorizzazione ministeriale ma con lo strumento dell’ autocertificazione».
Questo strumento, secondo Pietrantoni, se da un lato potrebbe rendere più fluida la circolazione di determinati beni culturali, dall’altro rischia di accentuare le criticità relative alla precisa individuazione del proprietario dell’opera che viene esportata e poi eventualmente immessa in circuiti di vendita internazionali. «Per avere un’idea della gravità e della diffusione del fenomeno di falsificazione», dice Ligasacchi «basti pensare che l’operazione Pandora III, condotta da Interpol, Europol e WCO, tra il 22 e il 30 ottobre 2018, ha portato all’arresto di 59 persone e al sequestro di oltre 18.000 beni culturali, tra cui reperti archeologici, mobili, monete, dipinti, strumenti musicali e sculture. L’Italia, e in particolare il Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha sequestrato 367 beni culturali per un valore complessivo di 5,5 mln di euro. Altro caso può riguardare l’esportazione illecita dell’opera d’arte dall’Italia. Sin dal 1939 (“Legge Bottai”), infatti, il nostro ordinamento sanziona con severità questo tipo di pratiche. Oggi la normativa di riferimento è il Codice dei Beni Culturali e prevede che “chiunque trasferisce all’estero cose di interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, bibliografico, documentale o archivistico, nonché quelle indicate all’art. 11, comma 1, lett. f), g) e h), senza attestato di libera circolazione o licenza di esportazione, è punito con la reclusione da uno a quattro anni o con la multa da 258 a 5.165 euro».
Appropriazione indebita, illecita esportazione di beni culturali e violazione delle norme fiscali, sono gli illeciti più frequenti secondo Longoni Palmigiano. Per quanto riguarda la sfera fiscale, a detta di Ludovici, il contenzioso riguarda soprattutto tematiche extrafiscali, in particolare legate a litigi in sede successoria: «Le opere d’arte si caratterizzano per un valore di mercato fortemente aleatorio e in taluni casi per l’assenza di titoli di proprietà ben definiti. Se confrontati ad altri asset, è inoltre frequente la presenza di valori affettivi notevoli. In presenza di collezioni di valore un’attenta pianificazione successoria è indispensabile per evitare contenziosi tra eredi».
Team specializzati e iniziative culturali
Per conoscere le dinamiche di questo mercato e accaparrarsi i mandati più redditizi, gli studi legali si sono attrezzati con squadre ad hoc e iniziative volte alla promozione dell’arte. In molte insegne i workshop e i convegni sono all’ordine del giorno. In Lca il team è composto da sei professionisti; lo studio ha organizzato due mostre, una a Palazzo Borromeo in occasione del Miart dove l’artista era Mattia Bosco e una in Studio, con opere di Rä di Martino; «Siamo stati sponsor del Miart (premio “LCA per Emergent”) e abbiamo sponsorizzato alla Fiera di Verona il premio al miglior artista under 35 che usa la fotografia (premio LCA). Abbiamo organizzato in studio due workshop su invito: uno per i collezionisti e uno per i galleristi, in occasione dei quali abbiamo trattato i temi legali e fiscali che tali soggetti incontrano più di frequente. Abbiamo inoltre organizzato un seminario, sempre in studio, in tema di Intelligenza artificiale e block chain», dice Longoni Palmigiano. In Ludovici Piccone & partners le persone che si occupano attivamente della materia includono tre partner e tre senior associate di cui uno principalmente dedicato all’analisi degli aspetti iva e fiscalità indiretta. Lo Studio si dedica al settore dei private clients e alla pianificazione dei patrimoni familiari, alla pianificazione successoria di collezioni di opere d’arte e alla fiscalità connessa alla loro importazione e esportazione. «Siamo altresì stati coinvolti nello sviluppo di alcuni progetti innovativi sullo sviluppo di strumenti di investimento nel mondo dell’arte» afferma Ludovici. Il team di Isolabella che si occupa delle fattispecie penali in materia di tutela dei beni culturali è composto dagli avvocati Francesco Isolabella, Alberto Sanjust di Teulada e Nicola Pietrantoni. Fornisce consulenza sia in sede giudiziale che stragiudiziale sulle tematiche di rilievo penale. «In tali situazioni, il contributo tecnico che abbiamo cercato di offrire è sempre stato finalizzato a sensibilizzare, naturalmente in ottica di prevenzione del rischio penale, il cliente sull’importanza di adottare od implementare un modello organizzativo orientato, il più possibile, alla tracciabilità documentale della storia dell’opera d’arte che, a volte, può essere complessa da ricostruire prima della sua vendita o del suo acquisto». «Il team di DLA Piper dedicato è multidisciplinare e a forte vocazione internazionale e si avvale anche del supporto di art advisor», afferma Martino, che aggiunge: «nell’ambito del private clients, abbiamo selezionato una serie di professionisti che assistono non solo clienti privati collezionisti e commercianti ma anche fondazioni culturali, gallerie e case d’asta internazionali». BonelliErede ha creato un Focus Team dedicato. «Inoltre», racconta Saravalle «abbiamo avviato una partnership con Promemoria Group per supportare le aziende nella tutela del loro patrimonio storico; il 20 novembre scorso, a Milano, abbiamo organizzato con Aifo-servizi per l’arte, con il patrocinio del Consiglio Notarile di Milano e con la partecipazione del Fai e Adsi, un convegno dedicato al tema della gestione dei patrimoni artistici di famiglia; il 27-29 novembre scorso, a Roma, siamo stati partner di RO.ME Museum Exhibition; abbiamo condotto il ciclo di incontri Art&Wine, eventi organizzati per discutere le principali tematiche legate al mondo dell’arte. Lo scorso luglio abbiamo organizzato un incontro sul tema dell’arte contemporanea africana e afroamericana». Il team «eterogeneo» arte di Negri-Clementi è autore delle rivista scientifica trimestrale Art&Law e di Tip Tap, il gruppo linkedin dedicato alle ultime novità nel campo della proprietà intellettuale. Alcune delle iniziative dello studio riguardano il tour di presentazione di Art&Law, partito da Firenze per poi finire a Roma presso lo storico Palazzo Odescalchi; «Siamo impegnati nello studio e nella scoperta della street art. In merito alle fiere d’arte quest’anno abbiamo accompagnato e guidato i nostri clienti presso Arte Fiera Bologna, TEFAF Maastricht, Miart e Art Verona. Altro tema a noi particolarmente caro è la fotografia e i diritti ad essa connessi», conclude Ligasacchi.