Con un team composto dal partner Simone Cadeddu (nella foto a sinistra), dal counsel Jacopo Nardelli (nella foto a destra) e dall’associate Chiara Nuzzo, Bird & Bird ha ottenuto per Aliseo S.r.l. – società del Gruppo Macchia attiva nel settore delle energie rinnovabili – l’annullamento del provvedimento con cui la Regione Basilicata aveva negato il rilascio dell’autorizzazione unica per un parco eolico composto inizialmente da sette aerogeneratori, poi ridotti a quattro, da realizzare nei Comuni di Rapolla, Venosa e Melfi.
Nel caso specifico, la Regione Basilicata, al termine della conferenza di servizi, aveva bocciato il progetto, appoggiandosi in maniera acritica sull’unico parere negativo arrivato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, benché lo stesso non fosse vincolante, dato che le aree di impianto non erano direttamente interessate da vincoli, ma soltanto contermini.
Riformando la sentenza del T.A.R. Basilicata, il Consiglio di Stato (sent. n. 667/2024) ha dato ragione ad Aliseo S.r.l., evidenziando che nell’ambito della conferenza di servizi “la decisione si forma sulla base delle posizioni prevalenti espresse dalle amministrazioni partecipanti (…) tramite i rispettivi rappresentanti. Il legislatore ha introdotto una regola diversa dall’unanimità che si fonda (…) su un modulo flessibile che tiene conto delle posizioni concrete assunte dalle singole amministrazioni nell’ambito della conferenza. L’amministrazione procedente deve indicare, nella motivazione, le ragioni che l’hanno indotta ad assumere la determinazione finale”.
Nel caso di specie, invece, dopo aver raccolto tutti i pareri nell’ambito della conferenza di servizi, la Regione Basilicata non aveva svolto un concreto giudizio di prevalenza, ma si era limitata a “generiche affermazioni” e non aveva spiegato le ragioni per cui il solo parere negativo della Soprintendenza dovesse avere peso maggiore rispetto agli altri venti pareri favorevoli, né perché le esigenze di tutela del paesaggio dovessero prevalere sullo “specifico e rilevante interesse pubblico” alla “diffusione degli impianti per produzione di fonti rinnovabili”.
Nella sua sentenza, poi, il Consiglio di Stato ha sottolineato che per negare il rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di un parco eolico “non è sufficiente una generale valorizzazione della valenza culturale dell’intero comparto” in cui è localizzato l’impianto (in questo caso, il c.d. Ager Venusinus, che copre il territorio di vari comuni lucani), ma che è sempre necessario che ci sia una “puntuale motivazione in ordine alla specifica relazione dell’impianto all’interno del contesto in cui esso è collocato”, a maggior ragione nelle ipotesi in cui – come nella vicenda di specie – il proponente aveva modificato il progetto iniziale per andare incontro ai rilievi della Soprintendenza.