Caiazzo Donnini Pappalardo & Associati ha assistito Ansaldo STS e Hitachi Rail Italy nel procedimento di valutazione della concentrazione Siemens/Alstom dinanzi alla Commissione europea, conclusosi con il divieto dell’operazione.
In quanto dirette concorrenti di Siemens ed Alstom nei vari mercati interessati dall’operazione (rientranti nei settori del segnalamento ferroviario e del materiale rotabile), Ansaldo STS e Hitachi Rail Italy sono intervenute nel procedimento in qualità di terzi interessati.
Le società sono state assistite da un team composto dal partner Rino Caiazzo, dal counsel Daniele Pilla, dall’associate Enrico Di Tomaso e dalla trainee Cecilia Solato.
I rispettivi team in-house sono stati coordinati, per Ansaldo STS, da Filippo Corsi (Senior Vice President, General Counsel and Chief Compliance Officer) e Cristiano Crinisio (Head of CEO Office), per Hitachi Rail Italy, da Sergio Paolini (General Counsel, Senior Vice President Legal, Corporate and Compliance) e Pierfrancesco Garimberti (Vice President Strategies & Project Financing Strategies, Sales & Program Management).
L’operazione avrebbe comportato la concentrazione dei due principali operatori europei del settore ferroviario determinando, attraverso l’unione della divisione Mobility di Siemens AG con la società Alstom SA, la creazione di un operatore – soggetto a controllo esclusivo di Siemens AG – in posizione dominante in alcuni mercati del segnalamento ferroviario e nel mercato della produzione di treni ad altissima velocità.
Nel corso dell’istruttoria la Commissione ha evidenziato numerose criticità concorrenziali potenzialmente derivanti dalla concentrazione notificata, ritenuta suscettibile di ostacolare in modo significativo la concorrenza nei mercati rilevanti, nei quali, post concentrazione, la pressione competitiva esercitata dagli altri concorrenti non sarebbe stata sufficiente ad assicurare una concorrenza effettiva. Al fine di rimuovere le riserve espresse dalla Commissione, Siemens ed Alstom avevano offerto misure correttive che, tuttavia, la Commissione ha ritenuto insufficienti ad eliminare le forti preoccupazioni che l’operazione potesse dar luogo ad effetti fortemente restrittivi della concorrenza.