Una nuova ondata di crediti deteriorati tra i 60 e i 100 miliardi di euro, che si riverserà sul mercato nei prossimi tre-quattro anni. Lo affermano Massimiliano Bettoni e Angelo Visco, i due soci fondatori di M.A.B.E. & Partners, studio legale specializzato, tra l’altro, in diritto bancario e finanziario.
Quali sono le principali novità normative e criticità emerse nel 2020 nel settore bancario?
I provvedimenti di rallentamento e/o blocco dei Tribunali italiani, l’atavica lentezza delle nostre procedure giudiziali e l’impoverimento di una larga scala di popolazione italiana a seguito della pandemia, hanno finito per impattare negativamente sulle banche italiane, le quali si troveranno a gestire emergenze in materia di npl che sembravano superate anche per iniziative performanti come le gags. Nel primo semestre del 2020 le pubblicazioni delle esecuzioni immobiliari sono calate di media del 40% rispetto a quelle del 2019. Il calo ha colpito Roma per il 47%, Milano il 46,8%, con punte come a Napoli del 51% e addirittura Piacenza il 76,6%. Questo calo è il frutto del combinato disposto negativo da una parte originato dalla pandemia, dall’altra dalle disposizioni del DL Cura Italia che ha disposto il blocco dei pignoramenti sino al 31 dicembre 2020. Anche dopo il primo lockdown la situazione non è migliorata, infatti nel periodo da luglio a settembre le aste sono state 19.162 ovvero meno della metà rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente. Il blocco dei pignoramenti non ha prodotto un effetto immediato per il ceto debitorio perché le liquidazioni dei beni stessi pignorati troveranno la liquidazioni in un periodo medio che va dai 18 ai 24 o addirittura 36 mesi, a seconda della durata media prevista dai vari Fori competenti italiani. Pertanto oltre a non prevedere un immediato vantaggio per i debitori va a colpire tutto il mondo eterogeno che gira intorno alle operazioni di acquisizione-dismissione–gestione degli npl.
Quali saranno a suo avviso le prossime evoluzioni in ottica 2021?
Nel settore in cui operiamo, in particolare nel bancario – finanziario e del credit management, si stima un nuova ondata di crediti deteriorati sul mercato, tra i 60 e i 100 miliardi, che si riverseranno nei prossimi 3-4 anni. Tale stima potrebbe anche risultare peggiore a seguito dell’emergenza Covid. Nel 2021, quando scadranno le moratorie, si acuirà la crisi e secondo le stime degli analisti di Standard & Poors, ci vorranno più di due anni affinché l’economia italiana recuperi quanto perso nel corso del 2020. Il rapporto npl/crediti erogati delle banche italiane potrebbe salire al 12,9% , dall’8,9% prima di Covid-19 sotto il peso dei crediti deteriorati provenienti soprattutto dalle pmi, in particolare quelle attive nei settori più colpiti da misure restrittive persistenti. Dal punto di vista della nostra operatività, si renderà necessario agire nella gestione del credito, con strumenti capaci di intervenire nelle varie fasi del processo del credito per contenerne il deterioramento e massimizzare i recuperi degli npl per conto dei nostri clienti.