L’innovazione gioca un ruolo determinante nel garantire alle imprese una posizione competitiva sul mercato.
Tuttavia, esistono diverse criticità nel coordinare innovazione e protezione della proprietà intellettuale: la gestione della conoscenza diviene un fattore di importanza strategica, che richiede alle aziende una maggiore attenzione nell’acquisizione e difesa del “bene” intellettuale, ma anche nel suo utilizzo, generazione e condivisione. Quale è l’impatto dovuto all’impiego della tutela della proprietà intellettuale sulla performance innovativa? Occorrerebbe rafforzare la tutela di questi strumenti sotto il profilo legislativo? Se ne è parlato nel corso del Ceo Summit dal titolo “Proprietà intellettuale e industriale: dal pharma al manifatturiero, crescere grazie al know how” svoltosi a Palazzo Mezzanotte il 6 giugno scorso e moderato dalla giornalista Debora Rosciani, che ha visto la partecipazione di Bernardo Bruno, fondatore di Bruno e Associati, Gabriele Baldi, partner di LS Lexjus Sinacta, Federica Minozzi, Ceo di Iris Ceramica Group, Tommaso Lupatelli, professore incaricato all’Università degli Studi di Perugia, specialista in radiologia interventistica e chirurgia vascolare, Sonia Selletti, partner dello Studio Legale Astolfi e Associati.
Avvocato Bruno, quotazione in borsa e proprietà intellettuale sono due driver importanti per favorire la crescita dell’impresa italiana anche guardando i mercati internazionali. Cosa può dirci a riguardo?
Bernardo Bruno Proprietà intellettuale e processo di quotazione in Borsa rappresentano strumenti giuridici importantissimi che già esprimono l’ambizione di una società di volersi collocare in una fascia alta del mercato globale facendo propri degli strumenti di enorme competitività. È chiaro che entrambi restano propriamente degli strumenti, quindi il valore aggiunto che apportano all’interno della crescita della società sono strettamente dipendenti dall’uso che se ne fa. Se cambiano le esigenze strategiche della società, lo stesso strumento può diventare inadeguato.
Che ruolo ha l’innovazione per le imprese italiane?
Gabriele Baldi La proprietà intellettuale, a mio avviso, ha un ruolo strategico fondamentale per garantire al sistema produttivo lo sviluppo di competitività e di crescita al di là del suo ruolo naturale che è quello di garantire la difesa della segretezza dalla conoscenza che è patrimonio dell’azienda. L’impresa deve fare innovazione, deve migliorare la propria competitività attraverso una ricerca mirata non solo al proprio interno ma anche all’esterno. Mi riferisco all’open innovation, ovvero all’innovazione aperta verso l’esterno, verso i centri di ricerca, verso le università, verso le start up. Il 19 maggio scorso il Ministro dell’ambiente ha firmato il decreto “end of waste” che consentirà il pieno sviluppo di una tecnologia che è tutta italiana e della quale dobbiamo essere orgogliosi. L’Italia, inoltre, è parte dell’Action Plan 2030 delle Nazioni Unite.
Nel settore ceramico che valore ha la tutela dell’innovazione?
Federica Minozzi Il nostro settore è estremamente competitivo. Solo nel comprensorio di Sassuolo, ad esempio, ci sono circa 400 aziende ceramiche. Il manifatturiero ceramico italiano può sopravvivere solo quando si ha un prodotto o un processo produttivo particolare e originale. Nel nostro settore la tendenza all’imitazione è molto forte, quindi poter usufruire della tutela di tipo brevettuale è fondamentale. Nel 2009 abbiamo brevettato un prodotto che si chiama “active”, protetto da un brevetto europeo e americano. Trattasi di un prodotto su cui viene applicato una soluzione di microparticelle di biossido di titanio che riduce tutte le sostanze organiche, in particolare tutte le sostanze inquinanti e tutti i batteri anche quelli antibiotico resistenti. Inoltre abbiamo cercato di rendere il processo manifatturiero più legato alla singola esigenza.
Che relazione c’è tra l’innovazione in campo medico e la proprietà intellettuale?
Tommaso Lupattelli Non esiste una proprietà intellettuale e industriale per una tecnica chirurgica; si parla di proprietà intellettuale industriale per il materiale chirurgico, però chiunque può eseguire una tecnica. In tale campo si attribuisce perlopiù la paternità di una tecnica a colui che l’ha inventata.
Cosa si intende per innovazione nel campo pharma e life science?
Sonia Selletti Il settore farmaceutico e della salute in generale è assolutamente in simbiosi con l’innovazione. Il nostro ordinamento pone delle tutele molto precise, consentendo la brevettazione del medicinale. Oggi la sfida e l’opportunità sulla quale tutti dobbiamo investire è la sostenibilità di questo sistema, perché la ricerca è preziosa e l’innovazione nel settore farmaceutico è il futuro. Non bisogna dimenticare che nel nostro paese la sanità è in larga misura sostenuta dal sistema pubblico; c’è bisogno, dunque, di trovare un accordo tra protezione dell’innovazione e sostenibilità dell’intero sistema al fine di arrivare ad un equilibrio ottimale.