Il Tar Lazio ha annullato l’aggiudicazione dell’accordo quadro per la fornitura nazionale degli arredi di back office di Poste Italiane del valore complessivo di circa 10 milioni di euro.
Secondo il Tar centrale, che ha accolto il ricorso dello studio degli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, va annullata l’aggiudicazione a favore di Castelli 2014 (difesa dall’Avv. Serena Fabiocchi e dai Proff. Avv. Alessandro Lolli e Aristide Police) in quanto tale Società doveva essere esclusa per non aver provato il possesso di un sistema equivalente alla certificazione ambientale EN ISO 14001:2004.
Poste Italiane, difesa da Salvatore Napolitano, a seguito dell’annullamento dell’aggiudicazione dovrà consegnare la commessa a Metalplex che aveva agito con Delia e Bonetti. In sede di merito la terza Sezione del Tar Lazio ha chiarito che è illegittima la scelta di Poste di ritenere che Castelli 2014 avesse legittimamente fatto riferimento all’articolo 87 del nuovo codice appalti nella parte in cui consente di dimostrare alternativamente alla certificazione ambientale EN ISO 14001:2004 documentazione equivalente.
“Ai sensi dell’art. 87, commi 1 e 2, d.lgs. 18 aprile 2018, n. 50, qualora il concorrente ad una gara pubblica sia privo della certificazione di qualità sulla gestione ambientale di qualità EN ISO espressamente prescritta dalla lex specialis non può essere ritenuto integrato il requisito attraverso le “prove documentali” prodotte, in via alternativa rispetto al certificato mancante, partendo dalla considerazione che la stazione appaltante può anche accettare altre prove documentali delle misure di gestione ambientale, purché gli operatori economici che se ne avvalgano dimostrino che tali misure sono “equivalenti a quelle richieste nel quadro del sistema o della norma di gestione ambientale applicabile”.
Si tratta di uno dei primi casi pilota sul tema dell’interpretazione della nuova norma del codice degli appalti che rappresenterà un punto di riferimento interpretativo anche per il prosieguo.