Confronto tra istituzioni giudiziarie al Tribunale di Firenze: un incontro sull’emergenza dei suicidi in carcere

Le istituzioni giudiziarie si riuniscono a Firenze per affrontare il problema dei suicidi in carcere, sollecitando interventi dal Governo.

Presso il Palazzo di Giustizia di Firenze, negli spazi dell’Auditorium Adone Zoli, si è tenuto un incontro promosso dall’Ordine degli Avvocati di Firenze. L’evento ha messo a confronto diverse istituzioni giudiziarie per discutere del drammatico tema dei suicidi in carcere, un fenomeno purtroppo confermato dalla recente cronaca con il suicidio di un giovane di appena vent’anni nel carcere di Sollicciano.

Emergenza suicidi in carcere

L’incontro aveva l’obiettivo di denunciare un sistema carcerario ormai insostenibile e di sollecitare Governo e Parlamento a intraprendere azioni concrete per affrontare il problema. Tra i presenti, il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Firenze, Ettore Squillace Greco, il rappresentante del Tribunale di Firenze, Antonio Pizzuti, il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Marcello Bortolato, il procuratore della Repubblica, Filippo Spezia, e il procuratore della Repubblica del Tribunale per i minori, Roberta Pieri.

Il presidente Ordine Avvocati Firenze ha affermato che:

Quando c’è un’emergenza bisogna intervenire sull’emergenza l’emergenza oggi è il sovraffollamento e le condizioni disastrose. Ci sono delle misure e delle proposte in Parlamento che però non hanno trovato ingresso nel decreto legge Nordio. Sull’ispezione a Sollicciano non si può addebitare la responsabilità al Direttore del carcere rispetto a criticità che sono di tipo strutturale. Il carcere di Sollicciano andrebbe demolito e ricostruito

Alessandro Nencini, presidente della Corte d’Appello ha commentato quello che sta accadendo:

Innanzitutto c’è un problema immediato che è quello di riportare una situazione fuori norma alla norma. E poi c’è un problema strutturale. Ripensare effettivamente che cos’è il carcere per noi, che cosa significano le pene detentive, quando sono necessarie, quando non sono necessarie. Avere condizioni umane di vita nel carcere vuol dire restituire, al momento dell’uscita del carcerato, una persona forse migliore.

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