Famiglia, accelerare sui divorzi brevi

Lo scoppio dell’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno impattato sugli equilibri interpersonali accentuando l’esigenza di rinnovare il diritto di famiglia, soprattutto per quel che riguarda i tempi delle cause coniugali. Ne parla Daniela Missaglia, fondatrice dell’omonimo Studio legale.

Lo scoppio dell’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno impattato sugli equilibri interpersonali accentuando l’esigenza di rinnovare il diritto di famiglia, soprattutto per quel che riguarda i tempi delle cause coniugali. Ne parla Daniela Missaglia, fondatrice dell’omonimo Studio legale.

Con la pandemia come sono cambiate le relazioni e gli equilibri all’interno del contesto familiare?
Il periodo covid ha totalmente cambiato le abitudini familiari e, soprattutto, ha mutato le relazioni endofamiliari, conducendo la famiglia in una sorta di “vita sospesa”. Le famiglie più sofferenti sono state, ovviamente, quelle con basso reddito e con figli piccoli da gestire, avendo livelli più alti di preoccupazione, aggravata dall’assenza di risorse esterne (familiari) in grado di continuare a dare loro un supporto. Oggi, dunque, imperversa una sorta di algofobia, una paura generalizzata del dolore che, sommata all’incertezza sul futuro, potrebbe portare a pericolose reazioni sociali che, a loro volta, hanno trascinato con sé confronti dolorosi e criticità familiari importanti, fermo restando che la conflittualità o il distanziamento emotivo non si sono trasformati necessariamente in richieste di separazioni.

A livello normativo, quali novità ed evoluzioni attenderanno il diritto di famiglia nei prossimi mesi?
Per fronteggiare l’emergenza Covid-19, il Governo ha introdotto, a partire dal Decreto Cura Italia, una serie di misure a favore delle famiglie italiane; il DL Rilancio ha, inoltre, cancellato definitivamente le clausole di salvaguardia, eliminando gli aumenti di Iva e le accise previsti a partire dal 2021 a beneficio dell’economia e delle famiglie. Ma, al di là di queste misure certamente necessarie e già stanziate in emergenza, è chiaro che dovrà essere fatto un ulteriore sforzo a livello legislativo per riformare la giustizia della famiglia. In questo settore c’è ancora molto da modificare e innovare.
Mi riferisco, in primo luogo, alla necessaria revisione delle norme che regolano il divorzio breve, affinché
diventi davvero breve anche nei casi di contenzioso, consentendo al Giudice, già in prima udienza presidenziale, di emettere una sentenza parziale di separazione o divorzio a prescindere dall’opposizione, ovviamente solo dilatoria, di uno dei due coniugi. Meglio ancora sarebbe eliminare completamente la fase di separazione, accedendo direttamente al divorzio così come accade in molte altre parti del mondo.
È ormai altresì evidente la necessità di accelerare la definizione delle cause coniugali, contenendole in tempistiche accettabili. Volendo essere più incisivi, si potrebbe ambire alla riforma del diritto di famiglia, con la creazione di un rito speciale per questi procedimenti, per uniformare e parificare tutti quei riti previsti dal codice di rito in materia della persona, dei minorenni e della famiglia. Il Governo si sta muovendo proprio in questo senso, attraverso la presentazione in Senato di alcuni emendamenti alla riforma del processo civile.
Tra questi è prevista proprio l’introduzione del rito unificato “Procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie”, che riorganizzerebbe tutti i processi relativi a tali materie e di competenza del Tribunale ordinario, del Tribunale per i minorenni e del giudice tutelare. Un’innovazione di tale portata potrebbe condurre l’Italia a una diminuzione delle condanne inflittele, negli anni, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) per la violazione di norme contenute nella Convezione Europea dei Diritti dell’Uomo, anche in materia delle persone e della famiglia. Altra importante e fondamentale tappa per disincentivare le liti, sarebbe quella di dare validità ai patti prematrimoniali, patti con i quali verrebbe data la possibilità ai futuri coniugi di disciplinare, in qualsiasi momento, i loro rapporti patrimoniali prevenendo le liti che si aprirebbero in sede di separazione o divorzio.
Anche sul divieto dei patti successori si dovrebbe, a mio avviso, intervenire consentendo così alle persone di risolvere, in modo equo e svincolato da ferree leggi ereditarie (ormai arcaiche), le cruciali questioni che riguardano la trasmissione dei patrimoni e delle aziende di famiglia. Non da ultimo sarebbe importante eliminare, laddove possibile o, quantomeno, limitare al massimo la discrezionalità dei Giudici nell’emissione dei provvedimenti che riguardano i procedimenti di separazione e divorzio, eliminando il più possibile il rischio dell’errore giudiziario e, dunque, rinvenendo gli strumenti conoscitivi più utili per assicurare, in tempi accettabili, la Giustizia che è e che rimane la funzione umana più importante di una società civile.

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