I rappresentanti di 21 professioni ordinistiche hanno deciso di fare fronte comune contro l’esclusione dal Decreto “Cura Italia” e per la tutela dei propri iscritti in grave difficoltà.
“Il Decreto “Cura Italia””, si legge nella nota unitaria diramata oggi da Cup (Comitato unitario professioni) e Rpt (Rete delle professioni tecniche), “ha deliberatamente ignorato i professionisti ordinistici, non riconoscendo il ruolo svolto da ben 2,3 milioni di professionisti italiani. Così facendo il Paese rischia di pagare un prezzo altissimo, soprattutto quando arriverà il momento di rimetterlo in piedi”. Nell’incontro che si è tenuto oggi è stato stabilito di fare fronte unico per la tutela dei liberi professionisti in questa fase drammatica causata dall’emergenza Covid-19.
Per queste ragioni, nei prossimi giorni i rappresentanti delle 21 professioni lavoreranno ad un pacchetto di proposte unitario che tenga conto delle esigenze generali, nella logica della sussidiarietà al Paese, principio guida della loro attività, e di quelle specifiche delle singole professioni. Un lavoro che
scaturirà, a strettissimo giro, nella elaborazione di un Manifesto delle professioni col quale i 2,3 milioni di professionisti rappresentati si proporranno in maniera unitaria e compatta al Governo per un’interlocuzione seria e puntuale.
Nel frattempo, CUP e RPT hanno chiesto un incontro urgente ai Ministri del Lavoro e delle Finanze per definire una serie di iniziative a tutela delle professioni.
Tra le proposte:
- Chiarire le modalità di applicazione dell’art.44 (Reddito di ultima istanza) e quindi la disponibilità di risorse per i professionisti;
- Mettere le Casse previdenziali nelle condizioni di intervenire in maniera forte e risolutiva, utilizzando risorse proprie. “Basterebbe”, si legge ancora nella nota, “rendere disponibili tutte le somme della ingiusta doppia tassazione delle Casse (stimabile in 1 miliardo di euro), per un anno, che potrebbero alimentare provvedimenti importanti per la ripresa degli studi professionali ed a ristoro della crisi”.
Poi, servono interventi:
- nella direzione del rinvio del pagamento delle tasse, dell’eliminazione della ritenuta d’acconto, diventata anacronistica dopo l’introduzione della fattura elettronica.
- Ma soprattutto i professionisti ordinistici pretendono interventi decisi che rendano possibile il risollevamento una volta passata l’emergenza, aggredendo i temi della sburocratizzazione, della semplificazione, delle infrastrutture.
Alla riunione, coordinata da Marina Calderone (Presidente CUP e Consulenti Lavoro) e Armando Zambrano (Coordinatore RPT e Presidente Ingegneri), hanno partecipato 21 ordini professionali: Agronomi (Diamanti), Agrotecnici (Bruni), Architetti (Cappochin), Assistenti sociali (Gazzi), Attuari (Crenca), Chimici e Fisici (Orlandi), Consulenti del Lavoro, Commercialisti (Miani), Geologi (Peduto), Geometri (Savoncelli), Giornalisti (Ferro), Infermieri (Aceti), Ingegneri, Ostetriche (Vicario), Periti agrari (Braga), Periti industriali (Esposito), Psicologi (Lazzari), Spedizionieri doganali (Silonos), Tecnici di Radiologia Medica (Pelos), Tecnologi alimentari (Aspesi), Veterinari (Penocchio).