Nella Repubblica di San Marino è scattata una vasta operazione contro i “legal fake”
Dopo le decisioni rese nel caso “Supreme”, il Tribunale di Milano si pronuncia nuovamente sul fenomeno dei c.d. “legal fake”: prodotti falsi – “fake” appunto –, ma ai quali i contraffattori cercano di dare una parvenza di liceità attraverso più o meno fantasiosi espedienti giuridici.
Bersaglio dell’imitazione è stata questa volta una società di San Francisco, la High Speed Productions, celebre in tutto il mondo per la rivista di skateboard “Thrasher Magazine” e per i prodotti di streetwear “Thrasher”, oggetto negli ultimi anni di un vero e proprio boom di vendite, soprattutto tra i teenagers.
In questo caso la manovra di “legal fake” si è basata sul deposito di comodo del marchio “Thrasher” nella Repubblica di San Marino da parte di una società sammarinese, la quale ha poi sfruttato questo deposito per cercare di far passare come lecita – soprattutto agli occhi meno esperti di distributori e rivenditori – la commercializzazione di un’intera linea di falsi prodotti “Thrasher”. Avvalendosi di quest’espediente, la società sammarinese ha invaso l’Italia di falsi, costringendo la società statunitense a chiedere al Tribunale di Milano di fermarne in via d’urgenza la diffusione.
Il Tribunale – nel procedimento cautelare instaurato dalla High Speed Productions, con l’assistenza degli avvocati Pier Luigi Roncaglia, Francesco Rossi e Noemi Parrotta, partner dello studio legale Spheriens – non ha avuto dubbi sull’illiceità dell’operazione: e, con le ordinanze del 13 marzo e del 28 maggio, ha vietato la produzione e commercializzazione dei falsi “Thrasher”, ordinandone il sequestro e il ritiro dal commercio. Due decisioni esemplari, che riflettono l’atteggiamento di rigore del Tribunale di Milano nei confronti delle manovre di “legal fake” proliferate negli ultimi tempi nel nostro Paese.
Contro la società sammarinese e vari suoi rivenditori e agenti è ora pendente, sempre presso il Tribunale di Milano, la causa di merito diretta tra l’altro alla determinazione del risarcimento dei danni e degli utili da restituire alla società statunitense.
L’ampiezza della rete produttiva e distributiva dei falsi “Thrasher” ha indotto la High Speed Productions a cercare tutela anche sotto il profilo penale. E proprio su questo fronte, nel contesto della vasta operazione “Eden brand” coordinata dalla Procura di Rimini, la Guardia di Finanza ha sequestrato – secondo quanto riportato anche dai media – circa cinquecentomila capi d’abbigliamento falsi e decine di migliaia di strumenti e macchinari per la realizzazione di prodotti contraffatti, buona parte dei quali riguardanti proprio il marchio “Thrasher”. Valore complessivo dei beni sequestrati: oltre sei milioni di Euro. Anche in sede penale la High Speed Productions è stata assistita dallo studio Spheriens, e in particolare dai partner Gabriele Lazzeretti e Stefano Andres.