Nuovo Governo e mercato del lavoro: le prossime sfide

Nella nuova puntata di Doppio Binario si è parlato del nuovo Governo Draghi che si è insediato, qual è il quadro del mercato lavoro che si presenta oggi. Se ne è discusso con il professor avvocato Francesco Amendolito, docente di diritto del lavoro e Founder dello Studio Legale Amendolito & Associati e con il dottor Fabrizio Chines, Chairman e Ceo di Sifi Group.

Nella nuova puntata di Doppio Binario si è parlato del nuovo Governo Draghi che si è insediato, qual è il quadro del mercato lavoro che si presenta oggi. Se ne è discusso con il professor avvocato Francesco Amendolito, docente di diritto del lavoro e Founder dello Studio Legale Amendolito & Associati e con il dottor Fabrizio Chines, Chairman e Ceo di Sifi Group.

Qual è lo scenario del mercato del lavoro che si trova di fronte in questo momento il Governo?
Francesco Amendolito. Per tanti motivi non vorrei stare al posto di Draghi e diciamo che dopo anni c’è un paio di anni di inattività completa perché anche prima della pandemia non c’era stata una produzione normativa a sostegno del mercato del lavoro così come oggi le imprese e il mercato richiedono poi diciamo c’è stato il problema pandemia e quindi chiaramente il futuro che diciamo abbiamo di fronte è un futuro in salita credo che il primo impegno sarà quello non soltanto di stabilire in che maniera determinare la normativa in materia di recovery found praticamente dovrà mettere mano ad una seria riforma e modifica delle normative esistenti attualmente nell’ambito del mercato del lavoro del diritto del lavoro del diritto sindacale le imprese stanno aspettando hanno fame di un cambiamento senza il quale credo che sarà molto molto dura il futuro ragazzi.

Come vi state organizzando sotto il profilo delle risorse umane?
Fabrizio Chines. La nostra è un’azienda del sud, è un’azienda farmaceutica ludico perché queste peculiarità permettere di quadrare le nostre azioni alla luce dell’attuale contesto come noto le aziende del sud stanno beneficiando di una contribuzione che sicuramente aiuta a reggere l’impatto della crisi è meno marcato del nostro settore che è che in altri quindi da un punto di vista dell’organizzazione aziendale le nostre preoccupazioni oltre a quelle di natura economica sono state riguardo la sicurezza e la salute dei lavoratori attraverso l’adozione dei protocolli di sicurezza anti Covid già direi sperimentati da diversi mesi e che ci hanno portato anche in alcuni casi di positività al virus una completa fertilizzazione dei nostri ambienti lavorativi quelli produttivi che quelli diciamo ad uso ufficio ovviamente abbiamo fatto ricorso avanzato allo smart working oggi il personale che si dedica ad attività manageriale va amministrative a fino a tre giorni alla settimana di smart working ed evidentemente questo è stato reso possibile grazie all’adozione delle tecnologie digitali che non consentano soltanto una collaborazione tra colleghi attraverso strumenti tradizionali ma anche investendo in delle piattaforme proprietarie per consentire la il lavoro agli informatori scientifici del farmaco e che oggi hanno a disposizione uno strumento proprietaria che gli permette di svolgere il lavoro in un remoto facendo informazione scientifica verso il nostro target di riferimento che sono gli oculisti detto questo che riguarda l’organizzazione delle esistenti risorse umane è andando a vedere quello che è il mercato noi abbiamo avuto una situazione abbastanza paradossale ovverosia al netto delle temporanee riduzioni dell’orario di lavoro attraverso il ricorso ad una cassa integrazione nei mesi più pesanti della crisi abbiamo oggi una difficoltà a mantenere un certo delle certe scadenze temporali nell’assunzione di alcune figure chiave in realtà stiamo notando che il mercato del lavoro è bloccato sia in senso positivo che in senso negativo perché di spiegarle di meglio data la levata situazione di incertezza alcune figure professionali hanno una certa remora a diciamo investire prendere rischi nel cambiamento e magari di città di aziende o di ruoli e questo in qualche modo a un po ingessato il mercato del lavoro dall’altro lato quindi in senso negativo percepiamo non soltanto della nostra popolazione aziendale ma in generale anche confrontandomi con altri colleghi manager o imprenditori effettivamente la scadenza di fine marzo in cui dovrebbe sospendersi, dovrebbe terminare il blocco dei licenziamenti e sicuramente una cosa che ingenera particolare apprensione diciamo nel mondo del lavoro quindi ci sono queste due tendenze che direi un po contrastanti ma che rendono sicuramente molto sfidante la gestione delle risorse umane e il lavoro delle aziende anche in funzione di eventuali necessità di organizzazione.

Quali sono le priorità programmatiche che dovrebbe avere questo nuovo Governo?
Francesco Amendolito. Il periodo pandemico ha evidenziato innanzitutto la bontà, diciamo dell’uso l’utilità del deluso anche dello smart working è però appunto essendo stato normato da una legge del 2017 a mio modo di vedere necessita di un intervento le aziende nell’aspetto pratico e nell’attuazione pratica dello smart work e sia pure nell’ottica della deregulation operata dai vari decreti che si sono succeduti nel periodo pandemico hanno evidenziato come necessario intervenire su alcuni punti uno di questi per esempio i poteri di controllo del lavoratore di smart working e anche poi l’utilizzo diciamo più attento del diritto alla disconnessione che diciamo a cui l’Europa ci tiene molto e comunque diciamo importante garantire questo diritto la disconnessione del lavoratore in questo momento le aziende stanno operando da sole attraverso la contrattazione collettiva di secondo livello la contrattazione collettiva aziendale per cui stanno mettendo mano diciamo ad una sorta di restyling dell’istituto ad uso e consumo proprio diciamo così però ecco sul punto forse non sarebbe male un intervento del legislatore anche in materia di cassa integrazione guadagni è emerso quanto sia necessario oggi intervenire per ulteriormente andare a riorganizzare di modulare la disciplina dell’integrazione salariale soprattutto creando univocità diciamo di intervento per tutte le aziende nel sistema italiano economico italiano. L’altro problema dannoso è quello appunto citato anche questo dal dottor Chines, lo stop ai licenziamenti il 31 che comunque rispetto al quale io sono stato voi lo sapete perché insomma avuto modo di dirlo anche in questi studi diciamo sono stato sempre molto critico su quel sull’uso che si è fatto abnorme distorto diciamo in un periodo così prolungato dello stop senza una differenziazione tra aziende perché dico questo perché prima della pandemia c’erano aziende erano già in crisi e avevano già presentavano già degli esuberi e sono state costrette a bloccare molte procedure di mobilità anche in essere quindi diciamo procedure ex procedura di mobilità procedure di licenziamento collettivo presa cosa fa sì che abbiamo una pentola a pressione che fra un po esploderà il 31 marzo molto probabilmente avremo dei problemi in questo senso l’immissione nel mercato di nuovi disoccupati per cui l’ulteriore sfida per il governo draghi a mio modo di vedere quindi non soltanto porre mano a queste modifiche ulteriori maquillage della normativa ma credo sia necessario intervenire molto nella quello che la tutela anche formativa dei nuovi disoccupati molti lavoratori anziani hanno difficoltà a conformarsi alle nuove skills necessarie dove non soltanto e al skins e le ma anche resort skins non sempre più il sopravvento in un mercato in cui è esplosa la digitalizzazione quindi la fase della cosiddetta quinta rivoluzione industriale e quindi diciamo anche in quest’ottica il governo draghi dovrà operare dopodiché io spero che governo gradi i draghi abbandonerà un pochino l’ottica assistenzialistica il governo conte ha portato avanti pensate al reddito di cittadinanza hanno sempre solo calcato la mano sul rete di già dinanza è a mio modo di vedere hanno fatto pochissimo è uno sviluppo economico del paese e automaticamente quindi per uno sviluppo del lavoro dell’occupazione e quindi uno sviluppo del mental corato del lavoro in generale eccola la ringrazio molto molto interessante anche perché voglio dire come accennato detto questo sviluppo improvviso insomma questa digitalizzazione ha quasi obbligatorio che ha avuto in questo periodo dovuta anche al fatto che tanti dovranno adeguarsi anche maniera molto repentina e quindi hanno anche all’interno dell’azienda a queste nuove dinamiche non è semplice.

Quali sono le criticità maggiori che avete affrontato e che state affrontando in questo periodo proprio sotto il profilo appunto dell’organizzazione del personale, se ci vuole dare una panoramica su quella che è stata, che è la vostra esperienza.
Fabrizio Chines. Sì intanto condivido quanto detto dall’avvocato Amendolito sulla situazione delle aziende e per quanto ci riguarda vorrei sottolineare un paio di aspetti l’industria farmaceutica in generale e la nostra azienda ha un elevato tasso di scolarizzazione quindi affrontare le sfide della trasformazione digitale ha diciamo comportato un elevato ricorso alla formazione anche e soprattutto in ambito di trasformazione digitale ed è un qualcosa che stiamo portando avanti anche nel 2021 questa è una via che diventerà sempre più inevitabile sia per le conseguenze della pandemia ma anche per una maniera diversa di interagire tra i diversi portatori di interesse e ovviamente io parlo dell’industria farmaceutica ma la trasformazione digitale un qualcosa che ha già investito altri settori noi non siamo certo dei pionieri le ditte farmaceutiche sicuramente una aree in cui si investe molto in ricerca e sviluppo ma più nello sviluppo di soluzioni terapeutiche che in modelli di business innovativi che traggano spunto dalla prossima ma l’azione digitale ecco questa è una delle criticità che noi stiamo vedendo ma allo stesso tempo come dietro qualsiasi minaccia e noi vediamo l’opportunità essendo un’organizzazione relativamente punto relativamente piccola di cogliere quest’opportunità trasformando la nostra maniera di operare e cercando di essere maggiormente competitivi in una logica di focalizzazione sulle esigenze del cliente piuttosto che sulla strategia di brand che ha tradizionalmente caratterizzato il modo di operare dell’industria farmaceutica è questa pur essendo un’opportunità richiede una forte investimento nelle soft skills come è stato detto il change management l’adozione di nuovi strumenti digitali è ovviamente una maniera diversa di fare le cose questa ovviamente richiede da un lato il l’impegno da parte dell’azienda del vertice aziendale ma anche la disponibilità di tutte le persone che lavorano in azienda al cambiamento e questo è chiaramente un una problematica soprattutto sulle fasce più anziane dei lavoratori che hanno banalmente meno dimestichezza con gli strumenti digitale ma anche una maggiore resistenza al cambiamento perché per metterla in termini molti ospiti che ho fatto determinate cose per 20 anni in una determinata maniera perché dovrei avere cosa adesso cambiare.

Nella seconda parte di Doppio Binario si è continuato a parlare delle prossime sfide per il mercato del lavoro che dovrà affrontare con forza il Governo Draghi. Se ne è parlato con il professore avvocato Francesco Amendolito, Founder di Amendolito & Associati e con il dottor Alfredo Lombardi, Labor Relations Director Takeda Italia.

Facciamo un passo indietro e vediamo quello che ha lasciato il Governo Conte, le prossime sfide che dovrà affrontare il Governo Draghi?
Francesco Amendolito. Grazie all’emergenza pandemica e quindi diciamo alla regulation che ha portato avanti in materia di smart work quindi diciamo su quel punto di vista ci ha fatto scoprire un istituto che fino a poco tempo fa diciamo era un poco utilizzato scarsamente utilizzato dalle aziende però magari poi di questo parleremo più in là perché chi mi conosce sa che io sono stato sempre molto critico con il governo con te perché ho letto sempre in tutte le norme in materia di mercato del lavoro di diritto del lavoro questo sta diciamo predominanza della parte assistenziale diciamo quindi della nazione del governo in un’ottica assistenziale e non invece in un’ottica di creazione di normativa a sostegno delle imprese e sappiamo tutti che ci sono hanno centralizzato diciamo il loro operato in quello che era il reddito di cittadinanza nell’ultimo periodo sono emerse poi tutte le falle di un sistema che necessitava invece di un intervento di riforma di modifica comunque della norma stessa in primis penso alla cassa integrazione guadagni è stata sempre prevista dal nostro legislatore quindi in questo senso non accolta solo il governo con te per determinate aziende quindi aziende industriali e commerciali con più di 50 dipendenti avendo nella fase pandemica allargato l’utilizzo della cassa integrazione a tutte le aziende e necessitavano di una sospensione anche forzata in relazione all of town si sono emerse poi tutte le falle del sistema un sistema che chiaramente necessita devono rivedere quindi in quest’ottica governo gradi spero draghi spero lo farà di una di un unicum quindi una normativa unica per tutti quasi un testo unico in materia di ammortizzatori sociali e poi l’altra parte sono rispetto alla quale io sono stato sempre critico e penso appunto ho detto nella prima parte di questa trasmissione lo stop ai licenziamenti che è stato fatto anche qui in un’ottica assistenzialistica cioè è stato accollato il problema sociale della pandemia il costo sociale all’imprenditore cioè ero imprenditore ci pensi tu il lavorato del non lo puoi licenziare e perché dico questo perché posso capire aziende che erano in bonis che si sono ritrovate a dover gestire la fase pandemica e quindi chiaramente è creato uno stop licenziamenti che però a mio modo di vedere doveva essere molto temporaneo non allungato quasi a un anno come è stato fatto però non possiamo dimenticare anche questo mi ripeto ma è meglio è il caso di rilevarlo e molte aziende prima della pandemia prima del Covid si ritrovavano in un periodo di crisi in un periodo in cui comunque avendo in azienda una serie di esuberi di personale necessitavano di interventi quali appunto procedure licenziamenti collettivi oggi noi abbiamo aziende che sono state costrette ad accollarsi questo costo sociale il 31 marzo avremo una pentola a pressione e potrà scoppiare con tutti gli effetti che sappiamo nel mercato del lavoro perché chiaramente aumentera come sta aumentando i dati è appunto la disoccupazione quindi diciamo queste come sono aspetti critici che il governo avrebbe al di là della pandemia potuto gestire diversamente anche prima dico io non c’è più racconto non è durato un anno di pandemia è a mio modo di vedere lo ripeto si è troppo legato a delle forme assistenziali hoc o programmati in un’ottica di sviluppo di sostegno alle imprese che poi generano lavoro e occupazione.

Che tipo di interventi avete introdotto a livello aziendale?
Alfredo Lombardi. Innanzitutto grazie all’avvocato perché sicuramente ha fatto un quadro corretto di quella che è la situazione che noi stiamo vivendo e quindi anche qui è ovvio che visto che le ha citato il tema del welfare molte aziende si sono concentrate su questo tema perché sicuramente è stato menzionato prima lo smart working chiaro che noi ora lo chiamiamo smart working ma in effetti non è il vero smart working perché è ovvio che un lavoro da casa in confinamento non è tutto ma non certo come è nato lo smart working perché la smart work in come noi sappiamo nasceva come flessibilità oggi mi è più comodo lavorare da un’altra località che non deve essere casa essere anche starbucks come vediamo anche nei film americani e oggi invece mi è più comodo essere in ufficio devo fare delle cose che faccio meglio in ufficio quindi vado in ufficio l’obiettivo chiaramente era conciliare grande flessibilità per il lavoro con vantaggio per il lavoratore oggi è ovvio che essendo una forzatura nello stare a casa come vedete anche io lo sono a delle connotazioni diverse ed è qui che si sono collegate tantissime iniziative di analisi del welfare perché il benessere il well being del dipendente e un tema che in questo momento ci è particolarmente caro perché sicuramente avere un’organizzazione che per la stragrande maggior parte del tempo è costretta a lavorare da remoto e da casa sicuramente sta creando dei problemi su questo noi come azienda a livello mondo abbiamo fatto un sondaggio fra tutti i 50.000 dipendenti dell’azienda per cercare di capire qual era il loro vissuto e come spume lo stavano gestendo e siamo andati ad avere delle conferme chiaramente in termini anche di malessere perché non stiamo a marzo aprile dell’anno scorso siamo quasi a un anno data da quando tutto questo è iniziato con alti e bassi e quindi sicuramente il livello di stanchezza si sta se si sta facendo sentire lavorare tutti il remoto ha reso più complesse alcuni passaggi e quindi vi era una grande preoccupazione in tema di carichi di lavoro perché a parte la francia che in questo è particolarmente spinta nel incitare le aziende a non lavorare fuori determinati orari 2 sapete che anche in francia vi è la disconnessione quasi forzata in determinati momenti molti dei nostri colleghi ci raccontavano io accendo il computer la mattina dopo colazione lo spengo la sera praticamente a cena tutto questo chiaramente ci sta portando a fare delle valutazioni su che cosa andare a rivedere per evitare che diventi un collegamento continuo tra le tante cose per esempio con grande successo abbiamo messo a disposizione di dipendenti anche un supporto psicologico devo ammettere all’inizio quasi timidamente ci sembrava una cosa strana il doverlo fare poi alla fine abbiamo scoperto sempre nel rispetto assoluto della privacy delle persone per cui il contatto è diretta tra il professionista e il dipendente che il remoto può accedere a un servizio di supporto psicologico che parecchi colleghi hanno colto con grande sollievo tant’è che stiamo valutando di renderlo continuo quindi oltre ad avere il medico aziendale avremmo a che lo psicologo aziendale e con tutte queste iniziative altre che stavamo cercando di mettere in piedi vorremmo cercare di sorreggere soprattutto psicologicamente i colleghi perché ovviamente un anno intero di lockdown col passare del tempo sta incidendo nello stesso tempo pensando ai colleghi di produzione anche lì la fatica psicologica di dover fare un lavoro che ha una componente manuale che quindi non ti consente lo smart working ma nello stesso tempo adottando particolare attenzioni particolari cautele il turno non deve essere più affollato di un certo numero di persone sicuramente anche questo con il passare del tempo sta a creando dei disagi e abbiamo messo insieme di gruppi di lavoro proprio per coinvolgere dal basso le persone e vedere di fare delle cose che siano realmente utili ai nostri colleghi in donne belle solo da raccontare.

Potrebbe avere un futuro anche più istituzionalizzato nel mondo del lavoro nero?
Francesco Amendolito. Al momento il punto di riferimento è una legge che risale al 2017 si può dire non un secolo fa ma insomma quasi rispetto a quello che sono senso e infatti dicevamo il pregio dell’intervento emergenziale diciamo da parte del governo conte è stato quello di aver a si no costretto obbligato le aziende a utilizzare e che proprio recitava così la norma cioè innanzitutto cercare di utilizzare lo smart work in per tenere i lavoratori a casa e quindi chiaramente questa cosa ha fatto sì è un torto collo le aziende hanno fatto i conti con un istituto che esisteva ma non era stato per niente utilizzato ma questo anche per una reticenza è capitato proprio alcuni casi aziendali anche della stessa parte sindacale cioè i sindacati non erano molto per più che altro perché c’è anche un motivo non avevano il controllo diretto parlando dei lavoratori perché a casa la reticenza è stata nella nell’utilizzo di questo anche da parte delle organizzazioni sindacali oggi lo smart work in molte aziende hanno addirittura avevano restie proprio all’utilizzo oggi hanno basando il loro progetto futuro anche sull’utilizzo massiccio dello smart working però è emerso anche proprio dalle singole organizzazioni aziendali la necessità emersa la necessità di una modifica delle di alcune modifiche rispetto all’asse istituzionale e normativo dello smart working uno di questi appunto io dicevo nella prima parte mi sono soffermato sulla sul controllo sul potere di controllo datoriale che deve essere comunque regolamentato ed è necessario non perché c’è no la voglia dell’imprenditore di guardare e controllare ma per evitare la diciamo il divieto diciamo di incappare nel di vita salutare dello stato di lavoratori del controllo e l’attività lavorativa io credo che sia il caso di creare una disciplina sul sull’istituto perché il controllo consente la gestione delle performance dei lavoratori stessi e poi l’altro aspetto che è stato appunto citato anche tradotto lombardi il diritto alla disconnessione in Francia esiste l’obbligatorietà quindi ma è un un’esigenza che l’intero tutti gli diciamo il legislatore comunitario avvertito da da sempre noi non abbiamo mai fatto caso a questo appunto perché non utilizzavamo l’istituto oggi dito la dismissione importante anche questo va regolamentato in questo momento le aziende stanno operando con un fai da te attraverso la contrattazione collettiva aziendale si stanno creando delle vere e proprie regole di comportamento di gestione dello stesso istituto ha affiancato allo smart working anche accennato va comunque diciamo ci si deve dare anche da fare nell’ottica del welfare aziendale cioè questo bilanciamento del no questa esigenza di bilanciare il lavoro con le esigenze familiari esigenze di vita del lavoratore diventano sempre più importanti proprio per evitare quello che poi sta succedendo la lohan che ha detto il dottor lombardi c’è molto lavoro per i psicologi in questo momento e questo anche dovuto al co lead quindi uno sguardo allo smartphone che manca al welfare aziendale in maniera tale da fare da creare sempre di più quella priorità del dl del benessere del lavoratore sotto il profilo non solo fisico ma anche psichico questo può portare il solo valore aggiunto per le aziende e per le imprese perché chiaramente nei laboratori contento lavora meglio e quindi chiaramente questo si sviluppa con un effetto domino rispetto a quello che proprio la produttività maggiore dell’azienda.

Qual è stata la risposta rispetto ai vostri piani di smart working?
Alfredo Lombardi. Qui mi riallaccio al discorso anche che facevo l’avvocato una cosa è quello che stiamo facendo oggi è una cosa quello che faremo che faremo in futuro sicuramente oggi la grande sofferenza nasce dalla obbligatorietà dello smart working e quindi qui entriamo poi nelle dinamiche singole e personali dei singoli colleghi dei singoli dipendenti per cui è ovvio che lo smart working può essere un grandissimo vantaggio per una persona che per esempio stando a casa o accudire determinate situazioni può essere una situazione invece molto stressante per una coppia entrambi lavorano entrambi smart working ei due figli adolescenti e stand trambi ad didattica a distanza voi comprendete un m ora mette una non vedrà l’ora di tornare un ufficio a scuola perché vivono all in una stanza cercando di sopraffarsi nel wi fi di casa quindi anche qui noi siamo un’azienda che aveva già istituito uno smart working dapprima vivessimo l’esperienza del co lead quindi sicuramente su questo eravamo già passettino avanti e ovvio che in questa situazione abbiamo portato lo smart working alle all’estremo del suo utilizzo io sono convinto che una volta che ci saremo stabilizzati si tornerà a una situazione diciamo di normalità anche qui lo smart working ritornerà a una condizione di normalità per cui ci saranno persone noi per esempio abbiamo previsto la visita di fare due giorni di smart work in a settimana ci saranno persone che li faranno tutti e due i giorni ogni settimana è strano persone che invece non ne faranno uno anche qui io sono quello che alla fine dell’emergenza saranno le che potremo tornare in mente il piccolo del numero limitato di persone in all’estro si accenderanno in ufficio e altri colleghi scherzosamente dovremmo mandare la forza pubblica per fargli uscire stilato rivestirsi in un abbigliamento consono al lavoro anche qui chiaramente il bello come sempre è la libertà ed è qui che dovremmo rimpadronirsi quello che quello che sta pesando e del motivo il quale sta avendo tanto successo il supporto psicologico e la forza la forzatura essere recluse a casa come dicevo prima smart working oppure a dire anzi o voler dire stare anche all’aria aperta essere connessi come nino approfittare di una situazione in cui mi trovavo lì mi sono messo a lavorare questo è il concetto dello sport e quindi anche qui non vediamo l’ora perché questo vorrà dire che siamo usciti da questa situazione emergenziale di poter tornare a occuparci del vero smart thing del vero welby dove ovviamente faremo tesoro dell’esperienza che abbiamo vissuto ci sono delle cose dove abbiamo toccato con mano qual è il vero interesse delle persone ci sono altre cose che metteremo agli urti che velocemente e sperando di più certo è quello che speriamo tutti e anche che questo nuovo governo colga l’occasione insomma per anticipare i tempi e il quello che tu sia ti auguriamo il ritorno alla normalità usciva l’avvocato spero che il nuovo governo se vedrà la luce esca da una logica di emergenza esame ma inizia a guardare lontano perché altrimenti se domani l’emergenza finisse immagino un film di fantascienza domani non c’è più niente ma noi non abbiamo preparato niente per il domani c’è più niente e certe volte ti viene la sensazione quasi che si speri che questa cosa vada avanti perché ormai ci siamo abituati a gestire questa situazione che la normalità potrebbe anche suscitare preoccupazione.

@Trascrizione Automatica

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