In tutti gli ambiti i lavoratori devono essere preparati e competenti nello svolgere la propria professione. Lo afferma Nino Carmine Cafasso, founder dello Studio Cafasso & Figli.
La Legge di Bilancio per l’anno 2023 è destinata ad avere un significativo impatto sul mercato del lavoro. Quali sono a suo avviso le principali novità e qual è il suo giudizio in merito?
Essa rappresenta un passo importante per il rafforzamento del mercato del lavoro, in quanto prevede una serie di misure volte a incentivare l’occupazione e la crescita economica. Tuttavia, per garantire un impatto effettivo, sarà necessario un adeguamento tecnologico e burocratico, in vista di un potenziale aumento del lavoro, anche e soprattutto degli enti e delle amministrazioni pubbliche competenti in materia. Importante e necessaria, inoltre, la formazione dei lavoratori che richiede l’implementazione di nuovi strumenti innovativi per permettere di rafforzare anche quella distanza. Oggi la parola d’ordine deve essere professionalizzare.
Quali sono le questioni urgenti su cui, nei prossimi mesi, è necessario un intervento legislativo?
Ritengo che una delle priorità sia il rafforzamento della normativa sulla tutela dei diritti dei lavoratori, attraverso una più efficace applicazione delle leggi vigenti e una maggiore tutela dei lavoratori più vulnerabili. Inoltre, è necessario prevedere misure che possano garantire una migliore gestione dei rapporti di lavoro, tra cui un maggiore coordinamento tra le autorità pubbliche e le imprese private, oltre che lo snellimento dei processi burocratici e conseguente riduzione dei tempi di risposta della pubblica amministrazione. Oggi si verifica che, mentre lo Stato richiede velocità ed immediatezza alle aziende, sia nei pagamenti che negli adempimenti, la stessa cosa non avviene nella risposta che gli enti e la P.A hanno verso il privato.
Quali sfide attenderanno i consulenti del lavoro nel 2023?
È la prima volta nella storia del nostro Paese che a capo del Ministero del Lavoro siede una Consulente del Lavoro. La scelta fatta dal Presidente del Consiglio ritengo che sia non solo un riscatto per la nostra categoria, ma anche un valore aggiunto. Infatti chi meglio di chi vive una quotidianità fatta di problemi diffusi tra aziende e lavoratori può conoscere i problemi e le difficoltà che devono affrontare ogni giorno sia i lavoratori che le imprese, se non una nostra collega? Per molti anni i Consulenti del Lavoro sono rimasti ai margini, anche nell’immaginario collettivo perché si è associata la nostra figura a quella dei commercialisti. La Calderone ha pertanto una grande responsabilità ma anche la facoltà di migliorare, in modo concreto, il mondo del lavoro e i suoi ingranaggi burocratici. Le sfide che attendono i Consulenti saranno quindi principalmente legate allo snellimento e all’adeguamento tecnologico e burocratico, alla gestione dei rapporti di lavoro in modo trasparente e conforme alle normative vigenti. La nostra categoria dovrà di conseguenza fornire servizi in grado di rispondere con efficacia e celerità alle esigenze delle aziende e dei lavoratori, garantendo al contempo il rispetto dei diritti dei lavoratori e la loro sicurezza e salute con sguardo attento, coerente e vigile, alla concreta formazione e allo sviluppo anche di percorsi di riqualificazione.