Arretratezza tecnologica e mancato smaltimento del contenzioso. Queste le criticità del comparto assicurativo messe in luce dalla pandemia. Le novità legislative, invece, riguardano le polizze r.c.a. e consentono all’assicurato di scegliere le coperture a lui più favorevoli. Lo spiega Salvatore Penza, fondatore dello Studio Legale Penza & Pinna.
Quali sono le principali novità normative e criticità emerse nel 2020 nel settore assicurativo?
Nel comparto della responsabilità civile e del diritto assicurativo, settore legale nel quale opero, sia come fiduciario di alcune compagnie di assicurazioni sia come fiduciario degli assicurati, quando non si presentano motivi di incompatibilità con la compagnia, non vi sono state nel 2020 novità significative per il mio lavoro. Qualcosa si è visto a livello giurisprudenziale e mi riferisco alla sentenza ove la Cassazione (25164/2020) disponendo che il danno morale è «sofferenza di natura del tutto interiore e non relazionale e perciò meritevole di un compenso aggiuntivo» ha alimentato la dialettica giuridica in tema di risarcimento del danno non patrimoniale. Con il decreto del ministero dello sviluppo economico n. 54 del 11.3.2020 entrato in vigore il 2.7.2020, inoltre, è stato emanato il regolamento che, definendo il contratto base di assicurazione obbligatoria r.c.a., ha sbloccato uno strumento introdotto sin dal 2012 con l’art. 22 decreto legge 18.10.2012 n. 179 e che aiuterà gli assicurati a individuare la polizza r.c.a. ritenuta più conveniente. Per quanto riguarda le criticità, segnalo, l’arretratezza tecnologica e il mancato smaltimento del contenzioso arretrato, visto che i Tribunali italiani hanno ancora in pancia oltre 5 miliardi di euro di potenziali risarcimenti.
Quali saranno a suo avviso le prossime evoluzioni in ottica 2021 rispetto alle polizze assicurative?
La crisi economica che si sta prospettando come effetto del blocco dell’economia provocato dal Covid avrà sicuramente molteplici riflessi nel settore assicurativo, essendo noto a tutti che la disoccupazione e la riduzione del lavoro comporta meno disponibilità di denaro e con esso una contrazione dei consumi che provocherà un taglio di spesa per i beni e servizi considerati meno rilevanti. Tra questi, probabilmente, rientreranno le polizze infortuni e malattia, le polizze travel che non verranno rinnovate o stipulate; per risparmiare sui premi delle polizze considerate irrinunciabili o di quelle obbligatorie (r.c.a.) si ricorrerà all’abbassamento del massimale o all’aumento della quota di franchigia/scoperto o ancora alla rinuncia di alcune voci di rischio. Aumenteranno il numero di auto circolanti senza assicurazione oppure il numero di infortuni sul lavoro non coperti dalla polizza privata del datore. Sicuramente, in tale contesto, aumenteranno le domande di risarcimento e con esse, inevitabilmente, i tentativi di frode e speculazione assicurativa. Segnalo che il 31.12.2020 è scaduto il periodo di transizione previsto dall’Accordo sulla Brexit e gli assicuratori britannici non potranno più operare in Italia attraverso il principio europeo del mutuo riconoscimento.