Finalmente è scattata l’ora delle riforme. Un anno fa, di questi tempi, immaginavamo “l’autunno caldo delle professioni”. Ora, lo possiamo prevedere nuovamente. Ma con altre prospettive.
In ballo, un piano da oltre 200 miliardi di euro, quel Recovery Plan che ha ricevuto il disco verde dall’Unione europea e che coinvolgerà in larga parte anche i professionisti. Insomma, quegli “specialisti” che abbiamo scelto per commentare le riforme nell’ultimo numero di Le Fonti Legal.
Grazie agli esperti e ai professionisti specializzati nei settori strategici siamo infatti riusciti a evidenziare criticità, opportunità, proposte di modifica al Legislatore. Giustizia, civile e penale, lavoro, appalti e grandi opere, start up, transizione energetica, project financing, trasporti: sono i settori chiave che, se riformati adeguatamente, potranno portare al rilancio dell’economia italiana.
Un anno fa, abbiamo documentato lo scontro in atto tra l’allora Governo Conte e il mondo delle professioni, che è stato costantemente escluso o incluso al foto-finish con interventi tappabuchi nel novero delle categorie con diritto a misure di sostegno “causa Covid”. Vedremo, nei prossimi mesi, dall’analisi sulle dichiarazioni dei redditi 2020 quale è stato l’impatto effettivo dell’emergenza sanitaria sul mondo delle professioni. Quel che è certo è che ora, a 12 mesi di distanza, la prospettiva è decisamente cambiata. La sfida, per il mondo delle professioni, non è più solo quella di recuperare risorse da parte del Governo. Ma di essere protagonisti della stagione delle riforme. A partire da quelle della giustizia civile e penale, entrate ormai nel vivo, e che hanno l’obiettivo di rendere finalmente attrattivo il nostro paese per gli investitori esteri, attualmente in fuga non appena sentono quali sono i tempi della giustizia italiana. La sfida è enorme e, per quanto riguarda il settore civile, molto passerà dallo sviluppo della giustizia alternativa o complementare, cioè da mediazione e arbitrato. Si tratta di un cambio culturale che, soprattutto per quanto riguarda la mediazione (che quasi sempre fallisce al primo tentativo), deve riguardare anche gli avvocati, che in parte hanno osteggiato la riforma avviata nel 2011 con la mediazione obbligatoria. Ora, l’asticella è ben più alta. E serve il contributo di tutti, in questo autunno caldo 2021. Anche degli avvocati.
Premi, quando il troppo “stroppia”
Dopo la parentesi Covid, è ripartita la stagione dei “premi live”. Ovvero dei riconoscimenti che diversi media,
tra cui Le Fonti, conferiscono a realtà e professionisti che si sono contraddistinti nel corso dell’anno per particolari
operazioni nei settori di riferimento, tra cui quello legale. In questo anno e mezzo di Pandemia, le cerimonie si
sono svolte “da remoto”, o tramite piattaforme televisive come nel caso di Le Fonti, o con altre piattaforme online
con risultati più o meno riusciti. Ora, col dovuto distanziamento, il ritorno in presenza diventa fondamentale per dare vigore a un ingrediente che non può mancare per imprenditori, professionisti, operatori della finanza: il networking. Con un rischio, però: che i troppi premi assegnati finiscano con lo svilire il premio stesso. L’effetto è quello che si prova nel vedere, sui social, chi ha consegnato la statuetta di rito al “praticante dell’anno”. Non che si voglia sminuire la figura del giovane che inizia la “gavetta” in studio, ci mancherebbe. Verrà anche il suo tempo. Ma ogni premio che si rispetti va sudato.