L’indagine condotta da CENSIS e Cassa Forense, resa pubblica all’interno dell’Ottavo Rapporto sull’Avvocatura, rivela quanti avvocati esercitano la professione in Italia e come il loro numero stia cambiando negli anni.
Il Rapporto sull’Avvocatura contiene tutti i dati aggiornati riferiti sia al numero degli iscritti sia ai relativi redditi e pensioni, ma non solo. L’indagine è integrata con i pareri degli stessi legali sulla situazione attuale dell’avvocatura e su argomenti di dibattito contemporaneo, quali l’Intelligenza Artificiale e la Riforma della Giustizia contenuta nel PNRR.
Cosa emerge quindi dall’indagine sui numeri dell’avvocatura? Ecco quanti avvocati ci sono in Italia secondo gli ultimi dati aggiornati.
Indice dei contenuti
Quanti sono gli avvocati in Italia? Svelate le cifre reali
E’ vero che in Italia ci sono troppi avvocati? Secondo gli ultimi dati raccolti e analizzati da CENSIS e Cassa Forense non proprio. L’indagine effettuata mostra infatti nel 2023 una diminuzione nel numero di avvocati rispetto alla precedente annata 2022. Ecco di che cifre parliamo.
La Cassa Forense ha registrato un decremento nel numero di iscritti pari a -1,3% rispetto al precedente anno 2022. Ciò conferma un trend discendente avviato già nell’anno precedente, che si sta via via consolidando. Non è quindi vero che in Italia ci sono sempre più avvocati, anzi, il loro numero continua a diminuire.
La media nazionale registra la presenza di circa 4 avvocati ogni 1000 abitanti, con valori che variano notevolmente a seconda delle varie Regioni. In Campania e Basilicata, ad esempio, si registra una concentrazione di avvocati ben più elevata della media nazionale, circa 6 ogni 1000 abitanti. Le grandi metropoli di Roma e Milano si confermano i veri fulcri dell’avvocatura italiana, molto parcellizzata nel resto dello Stivale.
L’avvocatura italiana ad oggi è costituita al 47,1% da donne e al 52,9% da uomini, con un’età media dei professionisti di circa 48,3 anni. Ecco il comunicato ufficiale del CENSIS contenente il Rapporto dell’Avvocatura, con tutti i dati aggiornati al 2024.
Presentato questa mattina l'ottavo Rapporto @FonteCensis sull’avvocatura.
— Censis (@FonteCensis) May 8, 2024
Leggi qui il comunicato stampa: https://t.co/tksltcKts4#censis #cassaforense #avvocatura pic.twitter.com/wdN4vYQImS
Cosa pensano gli avvocati della loro professione
Il Rapporto sull’Avvocatura non si limita a quantificare il numero di avvocati in Italia, sottopone loro alcuni quesiti su questioni di attualità che li riguardano in primis. Tra queste il loro parere sulla propria situazione professionale e sulle prospettive dell’avvocatura. Ecco cosa emerge dalle loro risposte.
Qual è l’attuale situazione degli avvocati in Italia
Il calo nel numero di iscritti agli Albi forensi non implica solo un minor numero di avvocati, ma indica anche una quota di professionisti che decide di abbandonare la professione. La differenza tra i nuovi iscritti e le cancellazioni risulta infatti essere negativa, pari a -1.650 professionisti. Basti considerare che nel 2023 le cancellazioni sono state 8.043, contro le appena 6.393 nuove iscrizioni registrate.
Cosa spinge gli avvocati a cambiare mestiere? Il 34,6% dei legali abbandonerebbe la propria professione per i seguenti 2 motivi:
- Costi eccessivi: al di là dei costi legati allo studio e agli strumenti di lavoro, ciascun avvocato deve sostenere le spese riguardanti l’iscrizione all’Albo, la Cassa Forense (ecco quando si paga) e diverse altre voci di costo, quali commercialista, tasse, assicurazione professionale obbligatoria e formazione.
- Basso ritorno economico: le copiose uscite sostenute dai legali non sembrano essere corrisposte da entrate adeguate. Il reddito medio annuo per gli avvocati, aggiornato con l’indagine CENSIS 2024, è di 44.654€, cifra raggiunta mediamente solo dopo il compimento dei 45 anni, dunque in seguito a ben 20 anni di duro lavoro. Ventennio in cui risulta impossibile godere della stabilità economica necessaria al giovane avvocato per costruirsi una casa, una famiglia ed un futuro stabili.
Come si prospetta il futuro dell’avvocatura
Il Rapporto sull’Avvocatura contiene, tra le altre informazioni emerse dalle indagini, anche i pareri degli stessi avvocati sul futuro della professione. Ecco come i legali percepiscono il loro futuro professionale.
Le prospettive per l’annata 2024-2025 rimangono stabili per il 50,2% dei legali, per il 28,8% invece non saranno affatto positive. Per quanto riguarda la condizione professionale in generale, ben il 54,2% ritiene che sia abbastanza o parecchio critica, percentuale che sale al 60% per coloro che la esercitano al Sud.
Al netto delle informazioni riportate finora, è però importante sottolineare come questo trend discendente nel numero di iscritti agli Albi non rappresenta necessariamente un dato negativo per il mestiere, anzi.
Un minor numero di avvocati comporta infatti un riassestamento del mercato, ormai saturo, verso l’equilibrio tra la domanda e l’offerta. Favorire la qualità rispetto alla quantità non è che un vantaggio per l’avvocatura: la diminuzione nel numero di professionisti fa aumentare i costi, ma anche il livello e la qualità dei servizi offerti. Permettendo quindi minor concorrenza e retribuzioni adeguate, sempre più in linea con il crescente costo della vita.
Sebbene in questi ultimi anni il mestiere dell’avvocato stia perdendo appeal, la stessa professione sta mutando notevolmente, adattandosi al mercato e scoprendo modi innovativi per fornire servizi legali, anche grazie alle nuove tecnologie.