Superata la fase acuta dell’emergenza sanitaria, i consumi e gli investimenti tornano a crescere.
Merito, tra le altre cose, di una politica governativa che ha saputo evitare al Paese una crisi senza ritorno, attraverso vari strumenti come le garanzie statali sui crediti, le moratorie e i contributi a fondo perduto. A giocare un ruolo centrale per la tenuta dell’economia è anche il Pnrr, all’interno del quale il sistema bancario ricopre una posizione di responsabilità, purchè capace di concorrere con altre imprese non bancarie ma comunque vigilate nel mercato finanziario. Urgente, ai fini di una ripresa globale, è poi l’attuazione dell’integrazione dei mercati bancari dei singoli Paesi, ancora oggi troppo spesso ostacolata dalle dinamiche politiche.
A spiegare il ruolo delle banche nella ripresa economica e le prossime sfide del comparto finanziario è Francesco Carbonetti, name partner di Carbonetti e Associati.
Quali sono le principali operazioni bancarie che state seguendo e quali sono le nuove necessità di consulenza legale degli istituti finanziari?
In questo momento stiamo assistendo una compagnia di assicurazione nell’acquisizione di una importante azienda bancaria, oltre a diverse operazioni minori (cessione di una Sgr, costituzione di una Sim ecc.). Stiamo altresì accompagnando un primario operatore industriale nella costituzione di un proprio istituto di moneta elettronica; si tratta di un progetto considerato dal nostro cliente come molto strategico, a dimostrazione dell’importanza che nell’odierno mercato finanziario e dei pagamenti hanno assunto anche altri operatori vigilati, ma non bancari.
I nostri clienti, banche, intermediari finanziari, Sim, Sgr, compagnie di assicurazione e altri intermediari del mercato finanziario, mostrano crescenti esigenze di consulenza in materia di regolamentazione. Inoltre, il nostro Studio si è da tempo attrezzato per poter fornire consulenza specialistica in materia Fintech.
Gli interventi normativi dei governi che si sono alternati, a suo avviso, sono stati adeguati alle esigenze del sistema e in ottica di una futura ripartenza?
Riteniamo di poter dare un giudizio sostanzialmente positivo sull’azione svolta dal governo di fronte alle conseguenze economiche della emergenza Covid. L’obiettivo principale dell’azione del governo è stato quello di evitare che l’economia reale, a fronte di una brusca caduta dei consumi e degli investimenti, si avvitasse in una crisi che finisse per coinvolgere il sistema bancario. Un altro aspetto del medesimo obiettivo è stato quello di evitare che una situazione di difficoltà temporanea delle imprese si trasformasse, per effetto del venir meno del sostegno creditizio, in una crisi irreversibile.
In questa prospettiva le garanzie statali sui crediti, anche con l’ausilio della Sace, le moratorie e i contributi a fondo perduto sembrano aver conseguito l’obiettivo. Concorrono a dimostrare questa conclusione l’entità non patologica delle nuove sofferenze bancarie, i dati sui licenziamenti e sulla nuova occupazione e il numero, anch’esso non patologico, delle nuove procedure concorsuali.
Qual è il ruolo del sistema bancario nell’attuazione del Pnrr e, di conseguenza, nella ripresa dell’economia italiana?
Il ruolo del sistema bancario è e non può che essere essenziale. La ripresa sta avvenendo e continuerà ad avvenire attraverso l’incremento dei consumi e quello degli investimenti. Da ambo i lati il supporto del credito è necessario.
Peraltro, il sistema bancario, il quale viene da un processo di concentrazione e di razionalizzazione che ha avuto inizio negli anni 90 e non si è ancora concluso, appare sufficientemente forte per poter svolgere adeguatamente tale compito. I patrimoni si sono rafforzati, il rapporto costi/ricavi è nettamente migliorato, le reti fisiche sono state ridimensionate, mentre si sono sviluppati i canali telematici.
Il sistema è stato ben guidato sia dall’organo di vigilanza sia da managers stimolati da azionariati ormai composti prevalentemente da investitori istituzionali. I pochi punti di crisi residui appaiono ben presidiati.
Peraltro, le banche dovranno concorrere in maniera sempre più profonda con altre imprese non bancarie ma comunque vigilate nel mercato finanziario (ad es. fondi di credito, istituti di pagamento, Imel, altri intermediari finanziari, compagnie di assicurazione).
Quali sono gli scenari futuri in materia di diritto bancario?
Ormai l’evoluzione del diritto bancario, così come quella del diritto degli intermediari del mercato mobiliare e del diritto delle assicurazioni, dipende quasi esclusivamente dalle spinte che gli vengono dal diritto dell’Unione Europea.
In tale prospettiva l’ultima tappa della integrazione dei mercati bancari dei singoli Paesi è costituita dalla futura disciplina europea della garanzia dei depositi.
Sono note le difficoltà politiche connesse al tema, ma si tratta di un’esigenza che occorre rapidamente soddisfare se si vuol fare del mercato bancario europeo un protagonista nel mondo globale. Si pensi, solo per menzionare un aspetto del problema, che il mancato completamento del mercato bancario europeo rappresenta un ostacolo, che si sta dimostrando insormontabile, per operazioni di concentrazione tra banche a livello transfrontaliero.