Tecnologia e formazione driver di crescita

Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio di Cerved Marketing Intelligence, nel 2020 il food & beverage ha registrato un aumento di fatturato dello 0,8%

Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio di Cerved Marketing Intelligence, nel 2020 il food & beverage ha registrato un aumento di fatturato dello 0,8% che, stando alle previsioni, nel 2022 toccherà quota +6,3% rispetto al periodo pre-Covid. In parallelo sono cresciuti gli investimenti in digitalizzazione, sicurezza e sostenibilità. A rappresentare un esempio di questa evoluzione è McDonald’s Italia, che, con il general counsel & franchising director Luisa Adami, ha raccontato a Le Fonti Legal l’attività del team legale e i prossimi progetti del colosso del fast-food.

Avvocato Adami, lei può vantare una lunga esperienza nel food. Come è cambiato il settore in questi anni?
Il settore del food e della ristorazione è profondamente cambiato negli ultimi anni, in termini di accessibilità, bisogni dei consumatori e driver strategici. Canali come la delivery e l’asporto, anche a causa dei due anni di pandemia, si sono consolidati ed è stato fondamentale trovare e rafforzare mezzi che permettessero ai clienti di fruire in modo semplice e sicuro dei nostri servizi: per questo abbiamo potenziato strumenti come l’app, attraverso cui avere accesso a promozioni, ordinare direttamente dal telefono e poter personalizzare l’offerta. I consumatori oggi sono più informati e consapevoli, apprezzano i prodotti provenienti dal nostro territorio, cercano qualità nel cibo e nei pasti che consumano. Chiedono che i prodotti che acquistano siano tracciabili e sicuri. Sono anche molto attenti alle tematiche legate alla sostenibilità, da diversi anni uno dei maggiori driver strategici del settore, che porta le aziende a porre sempre più attenzione alla scelta dei fornitori, alla produzione e al consumo responsabili, a impegnarsi lungo tutta la loro filiera per intraprendere un percorso di transizione ecologica.

Il food & beverage è oggi tra i comparti più dinamici. Quali sono le maggiori problematiche legali connesse a questo mondo?
In una realtà come la nostra si possono presentare tematiche in qualsiasi branca del diritto, soprattutto civile e commerciale, penale, amministrativo, diritto della concorrenza, fiscale ecc. Ci sono poi questioni che richiedono una competenza giuridica specifica, come quelle in materia di diritto della pubblicità o temi legati alla food safety. La nostra sfida più grande è quella di accompagnare il business nella strategia aziendale, anticipando i problemi, esponendo i possibili rischi e mitigandoli ed agendo da business partner trovando soluzioni business oriented in linea con i cinque valori aziendali: persona, inclusione, integrità, comunità locale, famiglia.

Lo scoppio dell’emergenza sanitaria ha impattato nel lavoro e nelle responsabilità della direzione legale? Se sì, in che modo?
Da un punto di vista delle modalità di lavoro è stata definita la modalità di lavoro agile, che ancora oggi contraddistingue il nostro modo di lavorare. La nuova parola d’ordine è certamente “flessibilità” e questo way of working penso ci accompagnerà nel prossimo periodo. Abbiamo dovuto ripensare tempi, modi e priorità nel fornire il supporto legale al nostro business, accompagnando l’alta la qualità del servizio prestato all’immediatezza nel trovare soluzioni che consentissero di minimizzare l’impatto sull’attività aziendale. Possiamo dirci più che soddisfatti: la scelta di impostare la struttura del dipartimento secondo modalità agili e in grado di sviluppare la resilienza di tutti i membri della squadra si è rivelata vincente. L’emergenza sanitaria ha inoltre imposto un’organizzazione differente all’interno del team, soprattutto nel 2020 e 2021. È stata creata una task force dedicata, composta da quattro colleghi a supporto del gruppo di lavoro costituito a livello di management, in collegamento con le principali associazioni di categoria per la corretta interpretazione della copiosa normativa emergenziale.
L’area legale è stata strategica per l’adeguato assessment della normativa e dei relativi rischi e per fornire le indicazioni operative in tempo reale a tutti i ristoranti in Italia. Abbiamo contribuito a creare nuovi processi e flussi informativi in grado di “calare” sui nostri store la traduzione pratica di misure anti-Covid che spesso non tenevano conto di realtà strutturate e peculiari come la nostra, che presenta tanti canali di vendita diversi. Questa attività è stata cruciale per consentire la prosecuzione del business senza soluzione di continuità e nel pieno rispetto della legge.

Quali progetti avete in cantiere per il 2022?
I nostri progetti di sviluppo sono molto ambiziosi e sono gli stessi del Piano strategico aziendale, ovvero aprire circa altri 200 ristoranti entro il 2025 in Italia, con tutte le complessità legali che questo comporta. Per ogni nuova apertura, infatti, vengono fatte ricerche approfondite e vengono stilati circa una ventina di contratti. Su questo fronte stiamo anche sviluppando nuove soluzioni tecnologiche per velocizzare ulteriormente il processo di approvazione e repository dei contratti. Anche l’attività di compliance ha un rilievo primario in una società come la nostra. In particolare siamo focalizzati sul whistleblowing e sulle attività di formazione agli altri dipartimenti. Tutte le attività di privacy by design delle nostre offerte digitali sono certamente una priorità dell’anno.
Infine, un’attività di primaria importanza è quella di sviluppare i talenti del team facendo crescere i legali tramite opportunità diversificate all’interno dell’azienda o a livello internazionale. Tra queste anche la possibilità di frequentare master esterni, che siano in linea con il loro profilo: l’azienda crede infatti molto nella formazione, tanto che abbiamo un dipartimento learning dedicato che ci supporta in queste attività.
Recentemente ho avuto l’onore di entrare nel consiglio di amministrazione della nostra Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald che ha appena ristrutturato la family room di Bologna ed ha numerosi progetti in cantiere da qui alla fine dell’anno, in particolare la posa della prima pietra di una casa accoglienza per le famiglie dei bambini malati che sorgerà a Milano e che sarà la quinta casa ad aprire in Italia.

A suo avviso, quali saranno le maggiori sfide che dovranno affrontare i legali di impresa nei prossimi mesi?
Vista la normativa in continua evoluzione, la sfida più importante è sempre quella di mantenere un livello di qualità ed aggiornamento altissimo, al pari degli studi legali esterni. Altra grande sfida è mantenere e conservare un posto al tavolo di ogni comitato, che ci siamo guadagnati negli anni lavorando fianco a fianco del business, senza mai dimenticare il nostro ruolo che non è solo quello di tutelare il sistema McDonalds, ma anche quello di costruire insieme trovando soluzioni sostenibili per il futuro. Come business partner siamo chiamati a fare la nostra parte per pensare “out of the box”, coadiuvando il business nel percorrere differenti opzioni e individuare strategie efficaci, soprattutto in un contesto di grande instabilità e incertezza come quello attuale, caratterizzato da minacce legate alla penuria di materie prime e all’aumento dei costi dell’energia. Il futuro è fatto di lavoro cross funzionale in cui ai legali sarà richiesto sempre di più di sapersi muovere negli aspetti manageriali oltre alla competenza tecnica, che non deve comunque mai mancare.

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